Pensione ai non vedenti con 10 anni di contributi
Come per gli inabili, anche la pensione per non vedenti sono previste specifiche agevolazioni in termini di accesso alla pensione di vecchiaia.
In particolare, i lavoratori con cecità assoluta o residuo visivo inferiore a 1/10 prima dell’inizio del rapporto lavorativo, o che hanno almeno 10 anni di contributi dopo l’insorgere della cecità, hanno diritto alla pensione di vecchiaia con:
- 51 anni di età se donne;
- 56 anni di età se uomini dipendenti o donne lavoratrici autonome;
- 61 anni se uomini lavoratori autonomi;
- 10 anni di contributi.
In pratica ai lavoratori autonomi, o con contribuzione mista da lavoro subordinato e autonomo, vengono richiesti 5 anni di età in più, ma sempre 10 anni di contributi, e la finestra mobile passa a 18 mesi (contro i 12 mesi dei dipendenti).
Cinque anni in più di contributi e di età, vengono invece chiesti a tutti i lavoratori non vedenti che si trovano in condizioni differenti. Quindi chi ha meno di 10 anni di contributi versati dall’insorgere dello stato di cecità può accedere alla pensione di vecchiaia non vedenti con:
- 61 anni di età per gli uomini dipendenti e 66 anni se lavoratori autonomi;
- 56 anni di età per le donne, 61 anni se lavoratrici autonome;
- almeno 15 anni di contributi.
Per i lavoratori ciechi è prevista una maggiorazione dei contributi (art. 9, comma 2, della legge 113/1985 e dall’art. 2 della legge 120/1991) che consente di velocizzare l’accesso alla pensione.
Si tratta infatti di un aumento figurativo dei versamenti utile ai fini del diritto e della misura della pensione, nonché dell’anzianità assicurativa, pari a quattro mesi di contribuzione figurativa per ogni anno di servizio effettivamente svolto in concomitanza con il possesso del requisito sanitario richiesto, presso pubbliche amministrazioni o presso aziende private.