La telemedicina nelle Marche

di Stefano Pierini

17 Febbraio 2010 09:00

Interviste agli esperti nel mondo della Ricerca, della Sanità e della Formazione

Nel campo sanitario qual è l’evoluzione della telemedicina?

Il principale sviluppo della telemedicina “tradizionale” è verso nuove metodiche di video-cumunicazione fino alla creazione di un vero e proprio nuovo Video-Call Centre che è in grado di garantire un elevato livello di servizio di assistenza sanitaria “remota”, avvalendosi dell’utilizzo di sofisticati strumenti di telemonitoraggio che associano alla videocomunicazione tra paziente e struttura medica, il telemonitoraggio e la trasmissione di dati clinici quali pressione arteriosa (BP), frequenza cardiaca, SpO2, temperatura, elettrocardiogramma (ECG), auscultazione a distanza, peso ed altro ancora. Il sistema prevede un centro di ascolto ed una postazione di monitoraggio dei dati clinici. La postazione lato paziente, oltre alle funzioni di video-comunicazione previste per l’home care sociale, è in grado di collegare gli apparati biomedicali necessari per lo svolgimento delle funzioni di tele-monitoraggio in tempo reale. Il sistema è stato progettato con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei pazienti che necessitano di visite periodiche; grazie a tale sistema si possono evitare scomodi e ripetuti trasferimenti presso strutture sanitarie in quanto i pazienti possono essere visitati dal medico senza muoversi da casa o facendo riferimento alla struttura più vicina alla propria abitazione. Il paziente entra in contatto visivo interattivo con il medico e viene guidato dallo stesso durante una visita remota. Il paziente o chi lo assiste, seguendo le istruzioni del medico, provvede al rilevamento dei parametri vitali di interesse semplicemente posizionando i sensori medicali. Il medico, avvalendosi del collegamento visivo, è in grado di riscontrare lo stato di salute del paziente (colorito, stato d’animo, presenza di ferite od altro, ecc.) e di guidare lo stesso nel posizionare i sensori necessari per il rilevamento dei parametri vitali: bracciale per la pressione, sensore per la saturimetria, termometro, ecc.. I dati anagrafici del paziente ed i risultati delle analisi effettuate nel corso dei controlli periodici a distanza vengono memorizzati in un database al quale il medico può accedere in qualunque momento anche tramite un palmare che sia collegato ad Internet (Wi-Fi,GPRS,UMTS ). Abbiamo recentemente sperimentato un “braccialetto”, simile ad un orologio per monitorare eventuali cadute accidentali. Si chiama MoCaWatch (Mobile Care Watch). In pratica è un dispositivo in grado di controllare in maniera automatica lo stato di salute di una persona, attraverso la rilevazione di parametri fisiologici (frequenza cardiaca, attività fisica, rilevatore di caduta, temperatura epidermica e ambientale, ecc.). Il sistema può inviare un allarme a richiesta con la pressione di un pulsante, oppure automaticamente in occasione di situazioni anomale (stato febbrile, caduta, frequenza cardiaca eccessiva, condizioni di forte stress, ecc.). L’allarme viene trasferito dal bracciale a un comune telefono cellulare dotato di interfaccia Bluetooth che invia la richiesta di aiuto attraverso un SMS o una chiamata vocale pre-registrata a un centro servizi in grado di gestire la situazione o a una lista predefinita di numeri di telefono (familiari e amici). La notifica di allarme contiene informazioni utili al trattamento del problema: il tipo di anomalia, i valori dei parametri fisiologici fuori dalla norma e la localizzazione geografica della persona, se disponibile. È semplice da usare; i sensori sono sul polso, è alimentato da una batteria ricaricabile, non altera le abitudini di chi lo indossa, sostituisce un orologio (pronuncia l’ora quando si preme un pulsante), è compatibile con la maggioranza di telefoni cellulari dotati di interfaccia Bluetooth e non richiede installazione di software sul cellulare. La Telecardiologia nelle Marche rappresenta ormai una consolidata realtà sia nel campo della ricerca che dell’assistenza, ponendosi come avanzato modello di gestione ospedaliera pubblica.

Dopo la ricerca tecnologica e la sperimentazione medica che mi sembra stiano facendo discreti risultati e, anche se lentamente, si stanno diffondendo nel territorio non poteva mancare un elemento centrale per consolidare la telemedicina: la formazione. Il prof. Mauro Barchiesi è il nostro ultimo intervistato, docente a tempo indeterminato del MIUR, con un’esperienza quasi ventennale in ambito didattico-formativo che ha studiato e lavorato molto in Inghilterra collaborando con i colleghi d’oltremanica all’analisi e studio del servizio sanitario britannico denominato NHS e dello stesso sistema ospedaliero. Da quasi cinque anni è docente all’UNIVPM, Facoltà di Medicina e Chirurgia e si occupa di Medical Clinical English.

L’UNIVPM ha vinto un progetto comunitario sul Programma “Leonardo Da Vinci” in ambito dell’elearning sanitario, di che si tratta?

Sì, il progetto approvato dall’ISFOL di Roma (Istituto per Lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori) si intitola “INTERNET USE IN LIFELONG LEARNING OF EUROPEAN NURSES AND ALLIED HEALTH PROFESSIONALS”, Partenariati Multilaterali 2009, con il contemporaneo coinvolgimento di altre tre Università, ovvero Liverpool, Granada e Thessaloniki. Il progetto, a cui ha collaborato anche il prof. Salvatore Amoroso, docente di Farmacologia, ha come finalità quello di migliorare la qualità dei modelli formativi per gli operatori delle professioni sanitarie a partire da un’approfondita analisi e studio delle piattaforme esistenti. Questo avverrà anche grazie alla cooperazione tra tutte le istituzioni accademiche coinvolte nel progetto con l’obiettivo principale dello studio delle applicazioni didattiche disponibili in forma interattiva e online e, il tutto, all’interno di una prospettiva europea comune per l’istruzione e la formazione degli infermieri e professionisti della salute. Verrà, inoltre, posta in essere una valutazione di come viene fornita l’assistenza sanitaria e la formazione degli operatori all’interno dei diversi stati membri europei partecipanti al progetto. Infine, si può già anticipare che, dopo un biennio di lavoro (fino a metà 2011), sarà elaborato un dettagliato report per sviluppare uno strumento didattico-formativo basato sull’ICT, possibilmente sito web o software dedicato, che possa interagire e supportare la cosiddetta formazione continua in medicina e infermieristica e che rimane l’obiettivo finale, a lungo termine, di tutti i partner coinvolti nel progetto.

Mi pare che anche le Marche con queste professionalità in questi settori possano avere una chanche per creare uno sviluppo globale dell’ICT e dei servizi indotti che esso apporta.