La telemedicina nelle Marche

di Stefano Pierini

17 Febbraio 2010 09:00

Interviste agli esperti nel mondo della Ricerca, della Sanità e della Formazione

Ciò che dice ha grosse valenze sociali ed economiche e poi se non c’è un’attenta organizzazione e monitoraggio, e credo anche ruoli professionali, c’è il rischio che una banalità determini un danno (sulla salute la tempestività è un valore non trascurabile). Ma di ciò che ha illustrato ha qualche progetto in cantiere?

I progetti specifici di cui mi chiede sono talmente tanti che ci vorrebbero molte interviste per parlarne. Accenno solo che i più interessanti derivano proprio dalle “contaminazioni” fra Internet e Medicina. Mi riferisco innanzitutto alla serissima questione dell’Interoperabilità fra i sistemi (che essendo interconnessi devono parlare gli stessi linguaggi e dare agli stessi termini gli stessi significati), ma anche a recenti fenomeni come il “social networking” (Facebook, Twitter etc.) che sbarca in campo medico. Il primo è un problema che va risolto mediante la definizione e l’uso di standards internazionali, il secondo è un fenomeno che va studiato.

Dalla ricerca e dalle tendenze anche del WEB 2.0 che il prof. Dragoni ci ha descritto andiamo al prof. Roberto Antonicelli direttore della Unità Operativa Complessa di Cardiologia-UTIC e del Centro di Telemedicina dell’Istituto Scientifico INRCA Ancona. È, inoltre, professore a.c. presso la Scuola di Specializzazione di Cardiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Ancona dell’Università Politecnica delle Marche.

In ambito della Telemedicina, la Telecardiologia è uno degli interventi più utilizzati e noti. Può illustrare quali sono i servizi erogati dal suo Istituto?

Uno dei principali problemi risiede nell’enorme “gap” tra le promesse teoriche e le realizzazioni pratiche. In una situazione che in campo nazionale è ancora così povera di realizzazioni concrete, la Regione Marche si è distinta per alcune iniziative che a livello del territorio hanno avuto un notevole riscontro pratico. L’Istituto Scientifico INRCA di Ancona circa 10 anni fa ha dotato la sua U.O. di Cardiologia-UTIC di un Centro di Telecardiologia. Questa Struttura, funzionalmente collegata con l’UTIC, ha implementato innovativi modelli assistenziali ed in particolare ha attuato un progetto di Teleprotezione cardiologica di soggetti anziani ospiti di Case di Riposo e a tutt’oggi offre questo servizio anche a Farmacie, Medici di base e singoli utenti che ne facciano richiesta. Ogni utente collegato dispone di un terminale ECG a 12 derivazioni che in pochi minuti consente, anche a personale non specializzato, di effettuare un ECG e trasmetterlo con una normale telefonata, sia in caso d’emergenza che in condizione d’elezione. Tenendo presente da un lato l’elevata morbilità cardiovascolare della popolazione anziana, dall’altro la frequente condizione di disabilità che è connaturata alla condizione anziana, s’intuisce facilmente quanto questo modello di tele-assistenza cardiologica possa essere utile agli anziani cardiopatici ospiti in queste strutture (spesso localizzate in zone disagiate e scarsamente collegate) ed i notevoli risparmi anche economici che questi innovativi modelli assistenziali possono generare nel sistema sanitario nazionale.

Data la relativa semplicità d’uso e il potenziale minor costo, potrebbe anche dar origine, a chi ha strutture da riqualificare e in aree interne, a nuovi servizi per malattie croniche e anziani autosufficienti?

Sono progetti possibili, la tecnologia c’è già, poi forse mancano le norme che disciplinano un nuovo modello di servizi fra il territorio e le strutture sanitarie classiche.

Un altro servizio che state erogando?

Vorrei descrivere un modello molto interessante, la cosiddetta “dimissione protetta”. Soggetti cardiopatici ricoverati presso l’U.O. di Cardiologia, vengono precocemente dimessi ed inseriti in un programma domiciliare di controllo cardiologico mediante trasmissione elettiva ed eventualmente d’emergenza del tracciato ECG con un colloquio con lo specialista ospedaliero. Questo modello ha dato interessantissimi risultati specie nella gestione a domicilio di soggetti anziani affetti da insufficienza cardiaca cronica e da aritmie cardiache. In particolare si è potuta dimostrare una significativa riduzione delle re-ospedalizzazioni con un netto miglioramento della qualità di vita dei soggetti così seguiti.