«Dobbiamo cominciare a spegnere lo SPID e a promuovere la Carta d’identità elettronica come unica identità digitale, nazionale e gestita dallo Stato». Con questa dichiarazione del Sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti, si è aperto il dibattito su un’eventuale riforma dell’identità digitale, puntando sulla CIE.
L’idea sarebbe quella di una sostituzione graduale dello SPID. Al momento si tratta solo di dichiarazioni ma Butti ha anticipato, in una lettera al Corriere della Sera, che il Governo sta effettivamente studiando come realizzarla, sentendo tutti gli stakeholder, a partire dagli Identity Provider.
Visualizza questo post su Instagram
Il capogruppo di Forza Italia alla Camera Alessandro Cattaneo conferma che ci sono lavori in corso da parte del Governo, anche se non necessariamente rivolti a eliminare SPID (che «semplifica la vita dei cittadini» e «consente di agire in totale sicurezza»), ma piuttosto a risolvere quelle che vengono viste come criticità (invece che come strumento di democrazia digitale).
Il punto debole, secondo il Sottosegretario, sarebbe proprio la molteplicità di più opzioni a disposizione: «Più credenziali e strumenti di accesso significano più rischi», ritiene Butti. E non in termini di scarsa security del sistema SPID ma di utilizzo di un numero diversificato di strumenti atti allo stesso scopo.
=> Carta d'Identità Elettronica come SPID: nuovo Regolamento e servizi
La ministra del Lavoro Marina Calderone non entra nel merito e pone invece l’accento sulla centralità del cittadino: «non penso che ci si debba soffermare nel valutare questo o quell’altro servizio ma dare una garanzia di efficienza delle piattaforme e delle modalità con le quali il cittadino interagisce con la PA».
SPID e CIE a confronto
Al di là delle singole posizioni, è bene fare alcune precisazioni: il dibattito è aperto ma per ora non cambia nulla. L’Identità SPID è e resta valida. Così come lo è l’alternativa CIE. Sono entrambi strumenti conformi alle indicazioni regolatorie previste anche in materia di sicurezza.
Al momento SPID è molto più diffuso della CIE, quindi la migrazione avrebbe anche un grosso impatto sulle abitudini degli utenti. E sulle loro tasche. Il rilascio della CIE ha infatti un costo fisso di 16,79 euro più i costi segreteria del Comune e i diritti fissi.
Non solo: un’altra differenza è la maggior complessità di utilizzo della CIE, che in alcuni casi (per esempio da computer desktop) necessita anche di un lettore di smart card. Invece SPID consente di accedere ai servizi pubblici della PA con una semplice combinazione di credenziali.
La CIE, tuttavia, è completamente gestita dalla PA mentre SPID passa attraverso provider privati (che hanno siglato convenzioni specifiche e sono accreditati presso l’AgID). Evidentemente è questa la nota dolente secondo il Governo, che vorrebbe centralizzare il servizio e gestirlo interamente in casa.
Ad oggi i fornitori di identità SPID sono: Aruba, InfoCert, InTeSA ID, Lepida, Namirial ID, Poste Italiane, Sielte, SpidItalia-Register.it, TeamSystem Id /Spid e TIM ID. Ciascuno prevede specifiche modalità di iscrizione e gestione. Molto spesso il servizio è del tutto gratuito, in alcuni casi è previsto un costo.
Per informazioni dettagliate sui rispettivi servizi, si possono consultare i rispettivi portali web, gestiti comunque da un ente pubblico (AGID per lo SPID e Ministero dell’Interno per la CIE).