Servizi pubblici online: a che punto siamo?

di Alessia Valentini

4 Settembre 2008 09:00

La Pubblica Amministrazione italiana intende modernizzarsi nei servizi che offre al cittadino. Vediamo il nostro Paese in che posiziona si colloca per il livello di innovazione

Per la centralità dell’utente l’Italia colleziona un 20% molto simile al resto dell’Europa che mediamente raggiunge il 19%.
Per i portali nazionali quello italiano di riferimento offre l’accesso a tutti e 24 i servizi pubblici di base e presenta tutte le informazioni necessarie ad orientare l’utente per cui ottiene un punteggio pari all’82% contro la media Europea che in media raggiunge solo il 75%. A partire dal 2001, dunque, l’Italia ha realizzato graduale crescita della completa disponibilità dei servizi online ed ha saputo affiancare e poi superare la media dei paesi europei pur partendo leggermente in ritardo.

figura fonte rapporto Capgemini

E per il futuro?

L’Italia non intende fermarsi all’onorevole livello fin qui raggiunto. Diversi sono gli altri obiettivi che il Governo ha pianificato:

  • raggiungere il 100% del livello di disponibilità dei servizi online favorendo l’alfabetizzazione digitale dei cittadini ed abbassando il cosiddetto “Digital Divide”;
  • rendere la PA completamente interoperabile. Fin dal 2002 il Governo ha imposto l’obiettivo dell’interoperabilità in modo che tutti gli uffici possano essere fra loro collegati e possano quindi cooperare. Il risultato per il cittadino è la possibilità di “navigare nella PA” come un mondo virtuale ma non certo irreale! Si vuole creare un ufficio per la PA unificata che sia portale di accesso unico a tutti i servizi della PA. A tal fine gli obiettivi di realizzazione dei Sistema Pubblico di Connettività (SPDC) (è la rete fisica che collega o collegherà tutte le PA consentendo loro di condividere e scambiare dati e risorse informative n.d.r.) sono stati raggiunti (vedi art. Sistema Pubblico di Connettività, ora operativo);
  • arrivare al divieto all’uso del documento cartaceo nei processi della PA, con la sostituzione operata attraverso l’utilizzo di flussi documentali digitali e la conseguente completa reingegnerizzazione dei processi interni per adeguarli alla via completamente telematica;
  • rendere la giustizia informatizzata mediante l’attuazione di processi amministrativi e contabili per via telematica. In tal modo sia il cittadino che gli avvocati potranno accedere al TAR digitalmente.

Anche questi sono obiettivi importanti e ambiziosi, ma l’Italia parte da una buona base infrastrutturale e da un più che buon livello di digitalizzazione (comprovato dalla rilevazione). Quindi è ben giustificato l’ottimismo e la fiducia che il Sistema Paese ce la farà anche questa volta in barba a chi ci cita solo per essere “Italiani tutti spaghetti mafia e mandolino”…