Rapporto 2008 sull’E-Government

di Morena Lolli

28 Luglio 2008 09:00

Realizzato dal Dipartimento Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite, il rapporto stila una classifica mondiale delle politiche di E-Government

In sostanza, infatti, quello che ci fa scivolare indietro nella graduatoria è proprio lo scarso utilizzo delle risorse online da parte dei cittadini, e questo in modo che non sembra essere correlato solo alla usabilità dei diversi siti ma anche alla scarsa propensione a navigare un po’ di più se la risposta che cerchiamo non è visibile quasi immediatamente. Oltre, ovviamente, alla bassa diffusione del personal computer e di Internet.

Se andiamo ad analizzare la composizione dell’indice delle infrastrutture tecnologiche, balza agli occhi il motivo.
Gli indicatori per il calcolo dell’indice delle infrastrutture (pari a 0.5389) sono infatti così suddivisi:

  • l’utilizzo di Internet pesa per lo 0.558
  • l’utilizzo di PC pesa per lo 0.409
  • l’utilizzo di cellulare pesa per lo 0.811
  • l’utilizzo del telefono pesa per lo 0.447
  • la banda larga pesa per lo 0.468

Siamo quindi più propensi ad utilizzare un cellulare che un PC e preferiamo gli SMS informativi alle notifiche via email o alla semplice navigazione. È interessante notare che nemmeno l’utilizzo di Internet arriva alla sufficienza e che comunque le connessioni a banda larga non sono così diffuse come si potrebbe credere, infatti per ogni 100 utenti:

  • solo il 49% utilizza Internet
  • solo il 36.99% possiede un PC
  • oltre il 123.08% possiede un cellulare intestato
  • il 43.12% possiede una linea telefonica intestata
  • solo il 14.86% utilizza la banda larga

Davanti a questi dati, non stupisce scoprire che l’indice di e-partecipation dei cittadini italiani è solo dello 0.2273 e che ci poniamo solo al 55° posto. Non siamo un paese che utilizza in modo diffuso il PC, non siamo una paese con banda larga in ogni casa, non siamo insomma un popolo di navigatori.

Il rapporto affronta in modo approfondito anche i problemi di gestione legati all’e-government e raccomanda di verificare quale siano le necessità nei cittadini e cosa si aspettino dalle nuove tecnologie. Occorre calare le soluzioni nella realtà locale altrimenti il rischio, ammonisce il rapporto, è quello di creare soluzioni per utenti sempre più sofisticati e, di fatto, totalmente inutili alla media dei cittadini. L’e-government deve preoccuparsi anche di non creare un gap nell’accesso alle risorse: se è vero che gli uffici aperti al pubblico delle amministrazioni sono sempre meno, non possiamo ignorare il fatto che altri canali non sono per ora percorribili da tutti.