Come costruire l’e-Society

di Stefano Gorla

25 Gennaio 2008 09:00

Allargare la partecipazione alla "res publica" a tutti i cittadini. Grazie alle ICT è possibile, bisogna solo scegliere la strada giusta. Come ad esempio il Citizen Relationship Management

Partecipare grazie alle ICT

Normalmente gli amministratori fanno coincidere la partecipazione con l’e-Administration: informazione e consultazione. Raramente viene realizzato l’e-Citizenship: coinvolgimento e cooperazione. Quasi un miraggio resta l’e-Society: con le ICT la società civile interagisce attivamente nella formazione dei processi decisionali.

Le ICT non sono certamente neutre quando le scelte da compiere non riguardano l’ordinaria amministrazione ma bensì questioni complesse quali gli impieghi della tecnologia (vedi OGM, nanotecnologie, biotecnologie), il degrado dei beni ambientali o l’emergere di questioni valoriali (riproduzione assistita, eutanasia, unioni tra persone dello stesso sesso). Di fronte a temi trasversali come quelli suindicati il coinvolgimento diretto dei cittadini nella gestione della “res publica” oltre che necessario, consente di riscoprire il senso proprio della democrazia.

Le ICT ci possono consentire di trasformare la democrazia rappresentativa in una democrazia deliberativa (o inclusiva). La partecipazione dei cittadini è oggi ridotta sostanzialmente al fatto di recarsi periodicamente alle urne e con il voto, lasciare ai delegati l’esercizio del potere. Tuttavia la Costituzione Italiana riconosce ampiamente, attraverso il principio di sussidiarietà, il diritto dei cittadini all’autogoverno.

Si aprono spazi nuovi per la comunicazione istituzionale per cui non si tratta di pura trasmissione di significati e contenuti tra PA e cittadino, ma costruzione di significati e relazioni. Si tratta di gestire un processo che mira a generare un consenso informato, nel rispetto della diversità di opinioni. La partecipazione così intesa consente ai cittadini di compiere un’attenta analisi di problemi collettivi, di fare scelte difficili tra opzioni e di accettarne le conseguenze. Metodologicamente le ICT potrebbero essere applicate sulla base di due diversi approcci:

  • la selezione rappresentativa: partecipano al processo deliberativo un gruppo di cittadini che sia il più possibile rappresentativo della popolazione complessiva, ad es. del Comune o di una Comunità montana
  • l’auto-selezione: tutti gli interessati partecipano, ad es. il popolo dei blog

Ovviamente il primo metodo consente di giungere a delle conclusioni con un grado di legittimità superiore, considerando che nel secondo caso i partecipanti hanno delle posizioni pre-determinate. Ma la democrazia deliberativa, intesa come non alternativa ma espansiva rispetto alla democrazia rappresentativa, consente anche di incrementare il grado di legittimità delle istituzioni: con il coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali, viene meno la percezione che chi scrive l’agenda siano i gruppi di interesse.