Il CyberCrime, lo stato dell’arte

di Stefano Gorla

5 Luglio 2011 14:30

CyberCrime, nell'ultimo mese sono stati diversi gli studi e i documenti diffusi al riguardo. Una panoramica della situazione a livello mondiale.

La società americana McAfee, leader sul mercato mondiale degli antivirus, ha dichiarato di aver censito ben 6 milioni di software ostili nel solo primo trimestre del 2011. Si puÚ calcolare una perdita media presunta di 2,2 milioni di euro per ogni impresa colpita nel 2010, con un incremento di ben il 16% rispetto al 2009.

Anche un recente studio realizzato da Trend Micro in relazione ai rischi connessi al passaggio al cloud computing e che ha interessato 1.200 decision maker IT di Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Canada, India e Giappone, mette in evidenza che ben il 43% dei decisori IT ha incontrato negli ultimi 12 mesi problemi di sicurezza con i rispettivi cloud provider.

Lo studio evidenzia inoltre, accanto alle preoccupazioni nei confronti della sicurezza dei dati, i dubbi degli IT decision maker legati alle performance e della disponibilità del servizio.

Per offrire delle soluzioni alle problematiche suesposte Trend Micro ha realizzato due strumenti:

  1. la piattaforma di sicurezza SecureCloud che sfrutta la tecnologia di gestione delle chiavi basata su policy, con funzioni di crittografia standard.
  2. Deep Security un set completo di funzioni per la sicurezza del server appositamente progettate per i moderni datacenter virtualizzati, al fine di proteggere dai furti di dati e dalle interruzioni di servizio.

Anche il Garante per la Privacy in Italia, nel recente rapporto presentato il mese scorso ha rilevato la crescita dei «pericoli legati alla perdita e al furto di enormi quantità di dati, come già si é verificato in sistemi legati alla diffusione di giochi elettronici (Sony). Si amplia il numero dei soggetti che intervengono nell’ambito di trattamenti così complessi e disarticolati. Neutralità della rete, obbligo di denunciare le serious breaches, necessità di ridefinire le responsabilità nell’ambito di catene complesse di trattamento dei dati: ecco alcuni titoli di una tematica sempre più vitale per le nostre società, per il nostro sviluppo economico, per la nostra libertà e convivenza democratica. Le imprese e gli operatori a cui il mercato offre questi nuovi servizi pensano soprattutto alla diminuzione di costi o alle opportunità di costante ammodernamento che queste tecnologie consentono, prestando scarsa attenzione al fatto che comportano la perdita del possesso fisico dei dati e dei programmi operativi che utilizzano».

Ne deriva la necessità di tener alta la guardia attraverso una prioritaria consapevolezza del problema onde evitare il rischio di inceppare il flusso degli scambi internazionali e perdere la libertà sia economica che politica alla base dei moderni stati democratici.

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