Pubblica Amministrazione ancora non del tutto “digitale”

di Alessia Valentini

21 Gennaio 2009 09:00

La qualità dei servizi pubblici online è migliore che nel resto dell'Europa, ma i nostri esperti denunciano la mancata innovazione della PA. Come può essere?

Infine nel CAD venivano dati dettagli importanti circa il documento informatico, la sua conservazione, la firma digitale e la certificazione documentale, la regolamentazione per i pagamenti online, la dematerializzazione dei documenti pubblici e la trasmissione informatica fra uffici della PA, l’integrazione fra le basi di dati per la fruibilità di tutti gli archivi a tutti gli uffici, la caratterizzazione della carta di identità elettronica e già da allora veniva descritto il famoso Sistema Pubblico di Connettività. Per ogni area citata erano fornite scadenze e modalità operative di implementazione anche con il supporto del CNIPA. Quindi il CAD era sia un piano di lavoro sia contemporaneamente un utile guida operativa.

Una spiegazione ragionevole

Quindi la vera risposta al dubbio di partenza è che le varie autonomie locali hanno realizzato i servizi online con fondi propri e in ottemperanza al piano e-gov del 2000, ma è mancata la successiva e necessaria integrazione applicativa, di reti e basi di dati che avrebbe consentito ai sistemi di back-end di essere completamente interoperabili. È vero che alcune tecnologie attuali permettono lo stesso il colloquio fra applicativi diversi, ma è un concetto del tutto diverso dalla realizzazione di un unico sistema integrato e interoperabile che potesse realizzare il B2B (Business to Business n.d.r.) e il C2B (Citizen to Business n.d.r.). Tra l’altro il riuso di tutti i vari applicativi implementati dalle amministrazioni locali non si è verificato, per due motivi principali:

  1. Nessuna PA locale ha avuto rassicurazioni dalla PA centrale che alle soluzioni applicative implementate in altre regioni, province e comuni fosse garantita l’assistenza continua. Ovvero ogni PA locale ha proposto e realizzato la propria soluzione software, ricorrendo a bandi locali, utilizzando RTI di aziende del territorio, ma mancando una regia centrale, le altre amministrazioni si sono guardate bene dal riusare qualche cosa che non conoscevano e che non veniva “sponsorizzato” dalle autorità pubbliche centrali.
  2. La PA centrale dal lato suo non ha scelto uno o più progetti di particolare successo, che potessero essere replicati ed esportati garantendone la manutenzione evolutiva, e l’aggiornamento. L’unica iniziativa per evidenziare progetti eccellenti è il “premio PA digitale 2008” promosso dal DAE il cui scopo è quello di «premiare le amministrazioni pubbliche che si sono distinte per aver applicato nella propria attività amministrativa le prescrizioni contenute nel Codice dell’Amministrazione Digitale».

Dunque, anche se in Italia sono presenti un vasta e diffusa serie di servizi online al cittadino, la PA italiana non è veramente digitale. Manca il substrato applicativo e tecnologico comune. L’annuncio che il Sistema Pubblico di Connettività è pronto e operativo, è solo il primo di una serie ben più ampia di passi da fare a livello di PA centrale e locale affinché tutta la Pubblica amministrazione possa funzionare come un solo ufficio.