Sviluppo d’impresa: presto 18 Zone Franche Urbane

di Noemi Ricci

Pubblicato 7 Agosto 2008
Aggiornato 11 Settembre 2013 14:58

Per offrire alle Pmi locali cinque anni senza tasse e contributi, 64 Comuni hanno predisposto la richiesta al Ministero dello Sviluppo Economico di altrettante Zone Franche Urbane

Aree sul territorio dedicate alle Pmi (con meno di 50 dipendenti), con regolamentazioni speciali che garantiranno almeno cinque anni senza IRES, IRAP, ICI e contributi e ulteriori successivi anni con altre particolari agevolazioni.

Sono le Zone Franche Urbane previste dalla Finanziaria 2008 (art. 2, comma 563), per le quali sessantaquattro Comuni italiani hanno avviato la procedura di richiesta al Ministero dello Sviluppo Economico.

Tra le candidature, le regioni più presenti sono, come prevedibile, quelle del Mezzogiorno, con una concentrazione particolare per la Puglia che arriva a quota 11, e per la Sicilia con 12 proponenti.

Tuttavia, in corsa per i 50 milioni di euro del 2008 e altrettanti del 2009 ci sono anche regioni con meno difficoltà, come Toscana e Piemonte.

Tra i Comuni che non hanno potuto avanzare la propria candidatura a causa della mancata idoneità ai requisiti fissati dalla Finanziaria 2008, non sono stati pochi quelli che hanno manifestato la proposta di rivedere tali indicazioni, al fine di un eventuale intervento normativo che li rimetta in gioco.

Dopo un anno di incubazione, sembra quindi tutto pronto per la predisposizione delle prime zone franche urbane, al fine di trasferire ai quartieri più poveri delle città un patrimonio industriale e lavorativo che possa contribuire allo sviluppo locale e alla promozione di nuove attività socio-economiche.