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Da qualche mese percepisco l’APe volontaria ed ho anche ricevuto arretrati. Se andasse a regime la quota 100, ampiamente superata dato che ho 65 anni e 40 di contributi, cosa succede? Rifanno i calcoli e/o posso restituire il prestito finora ottenuto? In caso di rinuncia all’APe, c’è un sistema di calcolo per sapere la quota mensile di restituzione compresi interessi o bisogna rivolgersi per questo alla banca?
L’APE volontaria prevede la possibilità di interrompere il trattamento nel caso in cui l’assistito maturi un diritto a pensione: mi sembra quindi probabile che questa possibilità venga estesa anche alla quota 100. Dobbiamo aspettare il testo della manovra di bilancio per avere certezze (ormai è atteso a giorni), ma non vedo ragioni per cui il legislatore non dovrebbe dare l’opzione di scegliere fra quota 100 e APE, esattamente come per le altre forme di pensione.
Anche sull’iter da seguire ci saranno prevedibilmente istruzioni specifiche, ma anche qui mi pare logico ritenere che le regole saranno analoghe a quelle esistenti. Il lavoratore in APE volontario che decide di andare in pensione, rinunciando quindi a proseguire l’APE, deve presentare appunto la domanda di pensione all’INPS. L’istituto previdenziale, entro 30 giorni dall’accoglimento della domanda di pensione, comunica alla banca l’interruzione dell’APE. A questo punto succede la seguente cosa: l’APE si interrompe a partire dalla data di liquidazione della pensione.
La banca ricalcola il piano di restituzione in base alle nuove decorrenze comunicate dall’INPS, e lo comunica (sempre all’istituto) nel giro di 15 giorni. Questa comunicazione conterrà anche l’importo della nuova rata di restituzione che le sarà applicata sulla pensione.