Tratto dallo speciale:

Quotazione PMI in Borsa: IPO Cucinelli, successo made in Italy

di Barbara Weisz

27 Aprile 2012 15:15

Lo sbarco in Borsa della PMI Brunello Cucinelli è un fulgido esempio di quotazione di successo, basato su qualità ed eccellenza del Made in Italy: collocamento a Piazza Affari con IPO da record nonostante la crisi e l'incertezza dei mercati.

Il debutto di Brunello Cucinelli alla Borsa di Milano sembra una cronaca di altri tempi, con una IPO (Offerta Pubblica Iniziale) da record: Piazza Affari ha festeggiato nel migliore dei modi la prima quotazione di un 2012 iniziato all’insegna della fuga dal mercato, con un balzo del 30% in esordio, un collocamento al massimo della forchetta (prezzo fissato a 7,75 euro) e una domanda di azioni che ha superato di 17 volte l’offerta.

La “matricola” in questione non una start-up innovativa come ai tempi della febbre di Internet e della Net Economy, ma una PMI purosangue del Made in Italy che ha deciso di intraprendere la strada della quotazione in Borsa.

Dunque, nonostante la crisi perdurante e l’incertezza sui mercati – in tutta Europa l’apertura è stata negativa  causa del declassamento della Spagna di Standard & Poor’s (che le ha tolto la A nel rating, retrocedendola in serie B come successo nei mesi scorsi all’Italia) – Cucinelli si è resa è protagonista del più classico debutto col botto.

Le azioni Cucinelli sono state valutate così bene che l’offerta è stata chiusa in anticipo: l’esordio borsistico era in agenda per il 3 maggio ed è stato anticipato al 27 aprile in considerazione dell’alta domanda (2,6 miliardi di euro).

Brunello Cucinelli, è «un testimonial perfetto dell’eccellenza che l’imprenditoria nazionale può esprimere, trovando nel mercato dei capitali un valido alleato per il consolidamento e la sostenibilità del proprio business» ha dichiarato il CEO di Borsa italiana, Raffaele Jerusalmi, commentando il debutto. La quotazione consentirà infatti al “re del cachemire” di «sostenere con maggior forza i propri piani di sviluppo nel medio e lungo termine»», supportando l’azienda «nel percorso di crescita e confronto a livello internazionale».

«Vorremmo quotare la dignità umana, vogliamo una crescita sostenibile» aveva dichiarato l’imprenditore umbro presentando lIPO.  E in Borsa ha dichiarato di voler portare «il made in Italy vero, di grande qualità e artigianato» e «il rispetto per il lavoro», perchè «un’impresa che produce benessere solo per i suoi soci non può avere vita lunga».

Parole diverse da quelle che generalmente accompagnano le operazioni di quotazione in borsa. Così come diversa è stata l’organizzazione della presentazione: prima del roadshow, è stato diramato un invito ai potenziali investitori a visitare l’azienda (a Solomeo, in provincia di Perugia) con 700 addetti, un fatturato da 243 milioni di euro (bilancio 2011) in crescita del 19%, un Ebitda di 40 milioni (+68%), un marchio presente in oltre 50 paesi, 60 negozi monomarca (Milano, Parigi, Lonndra, New York, Miami, Mosca, Tokyo, Hong Kong, Shanghai, piuttosto che Carpi, St Tropez, Porto Cervo, St Moritz, e via dicendo) e circa mille clienti multimarca.