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Blocco pensioni al 2018: norma e correttivi

di Barbara Weisz

Pubblicato 28 Ottobre 2015
Aggiornato 29 Ottobre 2015 09:09

Possibile dietro front sul taglio indicizzazione delle pensioni prorogato al 2018, misura prevista dal 2017: secondo il Ministro Poletti "c'è un anno di tempo per rivederla".

Il taglio pensioni inserito nella Legge di Stabilità per i trattamenti sopra 4 volte il minimo può ancora essere evitato: come ricorda il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, la misura non scatterà da subito ma tra due anni, quando è prevista la proroga dell’attuale indicizzazione ridotta:

«Essendo un intervento che scatta solo nel 2017, abbiamo tutto il 2016 per valutare se questa debba essere la soluzione definitiva o se ci possono essere altre strade».

=> Pensioni: nuovi tagli nella Legge di Stabilità

La Legge di Stabilità proroga al biennio 2017-2018 l’attuale meccanismo di indicizzazione delle pensioni, che prevede aliquote ridotte per i trattamenti superiori a 4 volte il minimo. In mancanza di questa proroga, i coefficienti in vigore (95% fra 3 e 4 volte il minimo, 75% fra 4 e 5 volte il minimo, 50% fra 5 e 6 volte il minimo, 45% sopra questa cifra), decadranno a fine 2016 e si tornerà a indici più favorevoli (95% fino a 5 volte il minimo, 75% per le pensioni sopra questa soglia).

=> Pensioni INPS 2015 con rivalutazione anti-crisi

Il taglio dell’indicizzazione, prorogato dalla Legge di Stabilità, serve a finanziare parte delle novità sulle pensioni: aumento no tax area, Opzione Donna, part-time per la pensione. Queste misure sono finanziariamente coperte per il 2016, ha sottolineato Poletti, mentre per il 2017 si utilizzerebbero le risorse risparmiate con la proroga del taglio. Ma nel 2016:

«valuteremo se ci sono le condizioni per recuperare questa scelta».

Traduzione: si potrebbe tornare al più vantaggioso sistema di perequazione, senza prorogare il taglio indicizzazione al 2018.

Intanto, sulla misura si registrano posizioni critiche: secondo il segretario generale della Cisl, Anna Maria Furlan, la norma prevista

«sull’indicizzazione delle pensioni sopra i 2.000 euro va in direzione esattamente contraria a quello che è stato il profilo della sentenza della Corte Costituzionale a favore della rivalutazione delle pensioni».

Il riferimento è la sentenza n.70 del 2015, con cui la Consulta ha bocciato il blocco dell’indicizzazione per le pensioni sopra 3 volte il minimo applicato nel 2012 e 2013 in base alla Riforma Fornero. In quel caso, però c’era un blocco (le pensioni non si sono rivalutate) mentre la proroga decisa dal Governo prevede un taglio alla rivalutazione, peraltro già in vigore. Comunque sia, la Cisl resta contraria, perché:

«si chiede sempre ai soliti noti di fare sacrifici, ai pensionati, ai lavoratori, alle famiglie e questo deve essere assolutamente cambiato».