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Pensioni 2023: assegni in calo, aumenti medi irrisori

di Redazione PMI.it

I dati INPS relativi ai flussi di pensionamento con decorrenza nel 2022 e nel primo semestre 2023: importi medi, numero di liquidazioni e tendenze.

Il monitoraggio INPS sui flussi di pensioniamento con decorrenza 2022 e primo semestre 2023 per le principali gestioni amministrate dall’Istituto di previdenza, mostra un incremento trascurabile degli importi liquidati, nonostante il caro vita sia sempre più evidente.

L’Osservatorio ha messo in evidenza gli importi medi mensili dei trattamenti pensionistici, pari rispettivamente a:

  • 180 euro nel 2022;
  • 168 euro nel periodo gennaio–giugno 2023.

Non solo: in tutte le gestioni (tranne che per gli assegni sociali), si registra un numero di liquidazioni inferiore nel primo semestre 2023 rispetto al primo semestre 2022.

Numero e importi pensionistici per ogni gestione INPS

Le pensioni liquidate lo scorso anno sono state 853.842, mentre i trattamenti decorrenti da gennaio a giugno sono stati 370.136.

I valori inglobano le pensioni di vecchiaia, gli assegni sociali, le pensioni anticipate, le pensioni di invalidità e quelle concesse ai superstiti delle gestioni considerate:

  • Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD);
  • Coltivatori diretti, mezzadri e coloni;
  • Artigiani e commercianti;
  • Gestione Dipendenti Pubblici (GDP);
  • Lavoratori parasubordinati;
  • Assegni sociali.

Il FPLD ha totalizzato 369.579 trattamenti liquidati nel 2022 e 166.652 nel primo semestre 2023. Segnano invece quota 146.828 e 42.955, le pensioni liquidate in relazione alla gestione dai dipendenti pubblici, 91.077 e 42.159 quelle degli artigiani e 81.004 e 36.509 dei commercianti.

Per quanto riguarda i parasubordinati, inoltre, le cifre ammontano a 41.894 e 19.622, mentre per coltivatori diretti, coloni e mezzadri sono 39.323 e 17.500. Gli assegni sociali, infine, sono stati 84.137 nel 2022 e 44.739 nel 2023.

I requisiti per la pensioni liquidate nel 2022 e 2023

Sia per il 2022 che per il 2023 i requisiti delle pensioni di vecchiaia prevedono una età minima di accesso pari a 67 anni, mentre i requisiti della pensione anticipata richiedono 41 anni e 10 mesi di anzianità contributiva per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini, indipendentemente dall’età.

Ulteriori possibilità di uscita anticipata: Quota 102 per chi compie almeno 64 anni di età e maturi almeno 38 anni di anzianità contributiva nel 2022; Quota 103 per chi abbia compiuto 62 anni di età e maturato 41 anni di contributi entro il 31.12.2023; Opzione Donna e i canali di uscita per i lavoratori precoci e gli addetti a mansioni gravose e a lavori usuranti.

Trend di pensionamento 2023

  • Il rapporto tra le pensioni di invalidità e di vecchiaia è diminuito del 2% attestandosi al 22%;
  • le pensioni anticipate risultano più basse che nel 2022, attestandosi a +16% rispetto a quelle di vecchiaia;
  • la percentuale di pensioni femminili rispetto a quelle maschili si attesta al 117% (era al 128% nel 2022);
  • la quota d pensioni liquidate al Nord resta invariato (59% nel 2022 e 56% nel primo semestre 2023).