Studio dei flussi e proposte per il raggiungimento dei target europei (alla luce della nuova Direttiva RAEE)
L'impatto economico provocato dallo scostamento tra immesso sul mercato effettivo di AEE e quello dichiarato al Registro dei produttori, la cannibalizzazione della raccolta da parte del canale informale, le proiezioni al 2019: questi i temi dello studio di ReMedia, il primo in Italia a studiare le implicazioni economiche e operative della nuova Direttiva Europea in tema di RAEE, pubblicata a luglio 2012.
"Il sistema nazionale di gestione dei RAEE. Studio dei flussi e proposte per il raggiungimento dei target europei" è stato al centro del dibattito di "RAEE: minaccia ecologica o miniera urbana?", evento organizzato dalla Fondazione Symbola martedì 2 ottobre presso la Camera dei Deputati a Roma.
Partendo dai dati raccolti e analizzando la situazione anche dal punto di vista economico del Sistema RAEE in Italia, ReMedia chiede alle Istituzioni un intervento forte a livello normativo per assicurare il reporting e la tracciabilità dei rifiuti tecnologici e raggiungere così gli obiettivi richiesti dalla nuova Direttiva Europea.
Entro il 2019 l'Italia, infatti, dovrà raccogliere l'85% del totale di RAEE generati. Questo significherà un incremento sostanziale dei volumi di raccolta - stimati in 980 mila tonnellate di RAEE - e un conseguente innalzamento dei costi di sistema che potrebbero raggiungere i 740 milioni di euro.
L'Italia avrà tempo fino al 2014 per recepire le nuove regole europee in materia. Con questo studio, ReMedia evidenzia alcuni punti critici su cui è necessario lavorare per garantire agli operatori della filiera maggior chiarezza e rispetto delle regole.
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