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Comunicazione web: bocciate le PMI

di Tullio Matteo Fanti

Pubblicato 13 Dicembre 2012
Aggiornato 14 Dicembre 2012 09:24

PMI bocciate alla prova del web, con siti che peccano sia nella quantità che nella qualità delle informazioni; la conquista di Internet come strumento di crescita è ancora lontana.
Turismo
Turismo, l'indagine sulla comunicazione online, focus sulle PMI

PMI bocciate sulla comunicazione online, con una grave insufficienza sia nelle forme di utilizzo del web che nei contenuti proposti. Il severo giudizio arriva da uno studio proposto da Fondazione Comunica, con focus sul Nordest e sul comparto del turismo.

Lo studio ha analizzato 170 siti di imprese: 90 PMI – 18 per ciascuna area del Paese – e le imprese turistiche distribuite sul territorio nazionale. I punteggi assegnati mostrano valori generalmente superiori nel caso delle piccole e medie imprese, rispetto a quelle che operano nel turismo.

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In generale, le principali debolezze di PMI e imprese del turismo sono:

  • pochi collegamenti ai social network
  • contenuti poveri,
  • e-commerce ancora poco sfruttato,
  •  comunicazione con il cliente poco efficace.

Le imprese che operano nel turismo appaiono ad un primo impatto maggiormente attrezzate per la comunicazione con il cliente, con una quantità maggiore di informazioni, che però ad un’attenta analisi appaiono di qualità inferiore.

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Quanto all’analisi geografica della comunicazione online:

  • fra le imprese del turismo, il Nord Est viene superato da Sud e Isole per quanto concerne accessibilità e architettura dei siti.
  • Fra le PMI, le aziende padovane e bresciane hanno il voto più alto in qualità dei siti e peccano solamente nella funzionalità.

In conclusione, le aziende italiane corrono pericolosamente sul filo di una sufficienza che non basta, ricorda Gianni Potti, presidente di Fondazione Comunica: «online solo l’eccellenza viene ripagata. Un campanello d’allarme che deve portare a riflettere il management delle piccole e medie imprese italiane se vogliono ritornare a competere seriamente a livello “glocal”».

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