Volunia: prime critiche e osservazioni

di Tullio Matteo Fanti

Pubblicato 9 Febbraio 2012
Aggiornato 11 Febbraio 2012 07:57

Luci e ombre su Volunia, il nuovo motore di ricerca italiano di Massimo Marchiori: interessante la connotazione sociale dei contenuti e la mappa grafica ma delude il supporto esclusivo iframe e i risultati delle ricerche.

Dopo la presentazione  e il lancio ufficiale delle versione beta, si cominciano a raccogliere i primi commenti su Volunia, il nuovo motore di ricerca social, nato dal progetto tutto italiano di Massimo Marchiori, tra gli autori della tecnologia HyperSearch alla base del PageRank di Google.

Le prime impressioni d’uso sottolineano alcuni aspetti positivi del progetto, evidenziando tuttavia alcune sue zone d’ombra: se i punti di forza sono aspetto sociale e capacità di rappresentare il Web sotto forma di mappa visuale, i punti deboli sono l’aspetto grafico dell’interfaccia, l’impossibilità di partire da una base di amici prelevata da altri social network con cui manca la comunicazione e le limitate capacità del motore di ricerca.

E’ proprio su quest’ultimo aspetto che si sono concentrate le critiche al progetto: non è possibile visitare Google, Facebook, Twitter o YouTube e una considerevole quantità di altri siti web, in pratica tutti quelli che – per motivi di sicurezza – non supportano la tecnologia iframe, o bloccano l’accesso se caricati all’interno di un iframe.

Al di là dei problemi legati agli iframe, i risultati delle ricerche appaiono comunque in linea di massima lacunosi e insoddisfacenti se paragonati agli altri motori di ricerca; come spiegato da Marchiori, ciò sarebbe dovuto al fatto che Volunia indicizza ad oggi solo l’1% del Web.

«Siamo solo all’1% dell’indicizzazione di tutta la Rete. Il motore semantico è ancora in cantiere, servono altri sette mesi di lavoro. C’è solo una briciola di quello che Volunia sarà in futuro», spiega infatti Marchiori.

Nonostante alcune carenze e problematiche di gioventù, Volunia appare comunque un’idea interessante, soprattutto per via della sua singolare visione sociale dei contenuti; un’idea, che se opportunamente portata avanti, potrebbe aprire alle aziende in un prossimo futuro nuove strade a livello di marketing pubblicitario.