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Made in Italy 2.0: PMI in vetrina su Google

di Barbara Weisz

Pubblicato 22 Gennaio 2014
Aggiornato 26 Gennaio 2023 15:21

Due siti targati Google e dedicati ad Agroalimentare e Artigianato made in Italy: vetrina web, formazione per PMI e borse di studio per traghettare online le nostre imprese.

Cosa sono “la Bella della Daunia“, il “Salva Cremasco” e la “Spressa delle Giudicarie“? Ve lo dice Google, che alle peculiarità del Made in Italy ha dedicato un sito, anzi due, con un’iniziativa senza precedenti in altri paesi: il progetto MadeinItaly ospita un centinaio di mostre digitali dedicate ad altrettanti prodotti della tradizione italiana; Eccellenze in Digitale è invece lo strumento per le PMI del Made in Italy presenti sul Web.

Progetto e piattaforma

Le 100 vetrine digitali sul canale “Made in Italy” sono dedicate ad altrettanti prodotti tipici italiani, dell’agricoltura e artigianato. Per ogni prodotto ci sono gallery, video, aneddoti e documenti storici che formano una vera mostra virtuale. Fra i cibi non mancano simboli come Parmigiano Reggiano, Grana Padano,  Chianti e Prosciutto di Parma, però sono presenti anche produzioni meno note ma altrettanto prestigiose (Farro della Garfagnana, Riso di Baraggia biellese e vercellese..). E fra i prodotti artigianali liuteria cremonese, calzature di Fermo, varie ceramiche (Isernia, Messina, Gerocarne, Calvello, Montelupo, Grottaglie), cartapesta di Lecce, arte presiepale, merletti di Ascoli Piceno.Su Eccellenze in Digitale è disponibile un percorso formativo per aziende del Made in Italy che vogliono accostarsi al mondo di Internet: come farsi trovare, vendere online, costruire una community, raccontare la propria storia. Ci sono lezioni specifiche su temi chiave e case history di eccellenze che hanno utilizzato il Web con successo. La piattaforma è frutto della collaborazione con Unioncamere, Ministero delle Politiche Agricole, Fondazione Symbola e Università Cà Foscari di Venezia.

Visibilità

Come mai Google ha deciso di puntare su una nicchia, pur di eccellenza?  Perché le aziende italiane (ma anche istituzioni e banche ) sono ancora indietro nella promozione del marchio Made in Italy 2.0 nel mondo, «riconosciuto e ricercato all’estero», spiegano da Google, che vanta un punto d’osservazione decisamente privilegiato per l’analisi dei trend internazionali nelle ricerche online. Le ricerche «legate a prodotti del Made in Italy sono cresciute del 12% sul motore di ricerca: la moda è la categoria più cercata, mentre il turismo e l’agroalimentare sono le categorie che segnano la crescita più significativa».

Export

Ma come si coniuga l’approccio “in piccolo” delle PMI italiane con le logiche globali del mondo digitale? «Il modello produttivo italiano è in grado di rispondere ad esigenze di grande qualità e forte personalizzazione […] si potrebbe definire artigianato industriale. L’ideale per avere successo in Internet, dove si possono raggiungere clienti in tutto il mondo sfruttandone il grande potenziale per l’Export: «i prodotti di nicchia non sono più costretti in mercati di nicchia». Peccato che fino a doggi il grosso delle PMI italiane abbia investito pochino sul Web: solo il 34% ha un sito internet e solo il 13% lo usa per fare e-commerce.

Lavoro

Al progetto si affianca l’iniziativa con Unioncamere, che mette a disposizione 20 borse di studio per giovani “digitalizzatori”: a breve sarà online specifico bando per giovani interessati ad affiancare per sei mesi PMI di tutta Italia contribuendo a portare il Made in Italy online. «Una scommessa ambiziosa» definisce il progetto il ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo, che parla di «Agroalimentare 2.0 accostandolo alle nuove tecnologie come traino per creare occupazione e contrastare la contraffazione