Open Source: costi e benefici di migrazione

di Andrea Chiarelli

29 Giugno 2009 09:00

Criticità da valutare in caso di migrazione verso un software open source e reali vantaggi dell passaggio a questo modello di distribuzione

Dopo aver analizzato i “costi potenzialmente nascosti” quando si sceglie di adottare un software open source in azienda, concentriamoci sul rapporto costi/benefici individuando i reali vantaggi del modello Open Source rispetto a quello proprietario.

Migrazione all’Open Source

La migrazione da un software pre-esistente ad uno open source presenta uno scenario più complesso rispetto all’adozione ex-novo, in quanto alle difficoltà e costi eventuali ad esso relativi si aggiungono quelli derivanti da una situazione in essere, sia che si tratti si un software proprietario che open source.

Le criticità chiave da tenere in considerazione ricadono in due differenti categorie:

  1. conversione dati, adeguamento procedure, integrazione con sistemi pre-esistenti;
  2. impatto sulle modalità di lavoro in azienda.

Nel caso di passaggio a nuovo software proprietario, spesso il fornitore offre il supporto necessario su mentrambi i fronti, ma in caso di software aperto occorre – in assenza della disponibilità di un servizio analogo – occorre dotarsi delle competenze tecniche necessarie (interne o esterne) per affrontare la migrazione.

È opportuno tener presente che l’eventuale mancanza di documentazione e/o esperienza di casi di migrazione analoghi potrebbe rivelarsi insidiosa. Fondamentale, dunque, pianificare opportunamente questa delicata fase.

Alla luce di quanto detto, è bene non farsi trascinare da facili entusiasmi e dal miraggio di zero costi in quanto trattasi di licenza Open Source. Occorre invece valutare attentamente tutti gli elementi che potrebbero tradursi in voci di costo imprevisti e azzerare l’illusorio vantaggio iniziale.

I reali vantaggi dell’Open Source

Se l’incidenza dei costi di licenza sul TCO del software aperto che vogliamo adottare risultassero davvero bassi, così come quelli di gestione opportunamente valutati risultassero paragonabili a quelli di un software proprietario, non resta che analizzare i reali vantaggi dell’adozione del software Open Source. In particolare:

Nessuna restrizione sul numero di installazioni. Questo aspetto offre la scalabilità del software con la crescita aziendale senza costi aggiuntivi.

Disponibilità dei sorgenti. Disporre dei sorgenti consente di verificarne il funzionamento interno, non solo per comprendere eventuali malfunzionamenti sia anche per utilizzarli, in contesti tecnici, come occasione di crescita formativa.

Possibilità di effettuare modifiche. Oltre alla visione dei sorgenti, è concesso il diritto di modifica rendendo così possibile la personalizzazione del software secondo le proprie reali necessità

Accesso ai dati. Molti software proprietari memorizzano i dati in formati a loro volta proprietari e quindi non accessibili da software di terze parti, vincolando di fatto i dati dell’utente al software.
La disponibilità dei sorgenti e l’aderenza agli standard da parte della maggior parte dei software open source garantisce totale accessibilità ai dati da parte dell’utente, anche se abbandonasse lo specifico software.

Indipendenza dal fornitore. Disponendo dei sorgenti e potendo modificarli, non si è costretti a dipendere da un fornitore; adeguamenti e servizi accessori possono essere effettuati da chiunque in un contesto di libera concorrenza, che può tradursi in un vantaggio economico.

Protezione degli investimenti. Se il produttore di un software proprietario decide di non supportare più un proprio prodotto o una sua versione, spesso l’utente è costretto ad una migrazione forzata ad una versione successiva o a rinunciare al prodotto. Con un software open source l’utente è libero di gestire il ciclo di vita del software avendo anche la possibilità di prendere una direzione diversa dalla versione ufficiale (fork).

Conclusioni

Come emerso, il vantaggio reale dell’adozione di un software open source non sta nell’assenza di fatto dei costi di licenza ma nelle opportunità offerte dai principi alla base di questa modalità di distribuzione.

Attualmente, l’unico deterrente sembra risiedere nell’assenza di un punto di riferimento per i servizi di supporto al software.

Le aziende abituate ad un rapporto con un fornitore di riferimento si trovano disorientate nel dover affrontare autonomamente problematiche di cui spesso non hanno la competenza necessaria.

Anche il solo dover interagire con la comunità che gestisce il progetto richiede una certa dimestichezza e competenza tecnica non sempre disponibile internamente.

Tuttavia, sono ormai numerose le organizzazioni che hanno deciso di intraprendere un’attività organizzata per l’offerta di servizi professionali di supporto a diversi progetti.

E dal momento che anche nomi di società IT molto note si stanno organizzando in questo senso, è probabile che la visione del software open source come soluzione professionale stia per diventare una realtà.