In prova per voi Ubuntu 10.10 Maverick

di Filippo Vendrame

Pubblicato 11 Ottobre 2010
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:52

Canonical ha rilasciato la nuova Ubuntu 10.10 Maverick (guarda la gallery), ennesimo affinamento della più nota distribuzione Linux.

Ubuntu 10.10 nome in codice Maverick è probabilmente il miglior Ubuntu degli ultimi due anni sopratutto dal punto di vista della stabilità  e reattività .

Interessanti le novità  rispetto alla precedente versione 10.04 Lucid Lynx:

  • Installer semplificato, ora l’installazione è davvero semplicissima e rapida;
  • kernel Linux 2.6.35;
  • Il Software Center diventa il cuore pulsante del nuovo Ubuntu;
  • Fix, correttivi, nuovi font…

Per testare le novità  ci siamo avvalsi di una macchina virtuale realizzata su un Computer Mac con Snow Leopard ed il virtualizzatore VMware Fusion 3.1. Ad Ubuntu 10.10 abbiamo assegnato 512MB di Ram, un singolo Core a livello di Cpu ed un HD da 20GB.

Il processo di installazione è stato davvero rapido e quasi noioso. Nulla c’è da fare, se non aspettare. Sono lontani i tempi di Linux in cui bisognava configurare a manina tutti i parametri di pre installazione.

Anche il boot del sistema è davvero veloce ed Ubuntu una volta avviato è subito pronto a funzionare senza dover attendere ulteriormente.
Alcuni piccoli problemi sono stati riscontrati con l’autenticazione quando la password di root non veniva in alcuni casi riconosciuta (ma il processo andava comunque avanti) e con la localizzazione Italiana che sembra non completa.

Piccoli bug a parte, Ubuntu si dimostra molto reattivo, ed anche Firefox nella navigazione è molto rapido, molto di più che nei sistemi Windows. Presente la suite Office OpenOffice e molti programmi di produttività .

Il Software Center come detto, diventa il gestore principale dei programmi e da qui dunque, potremo scaricare programmi aggiuntivi per il nostro eco-sistema.
Un S.O. molto buono quindi, maturo ma non esente da piccoli problemi.

Ubuntu, lo ricordiamo, è una distribuzione user friendly che cerca in qualche modo di rendersi appetibile sia per il mondo professionale che per quello domestico, senza doversi rinchiudere nel mondo di nicchia dei power user, cioè esclusiva degli utenti esperti che possono permettersi di passare ore a configurare il sistema.

Ubuntu ha dunque intrapreso una strada difficile, ma che pian piano sta dando i suoi frutti, se è vero che grazie ad esso sempre più utenti si avvicinano al mondo open source di Linux.