Gli aggregatori ed i motori di ricerca aiutano il pluralismo

di Filippo Vendrame

Pubblicato 7 Gennaio 2015
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:51

La notizia che Google ha annunciato la chiusura di Google News in Spagna ha scosso l’intera rete ed ha aperto dibattiti sulla validità della legge sul Copyright spagnola e se Big G ha fatto davvero bene a dare l’addio alla terra spagnola. In questo dibattito si è inserito l’avvocato Luca Bolognini, Presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei Dati, che ha definito come giusta la scelta di Google.

=> Google News dice addio agli editori spagnoli 

Per Luca Bolognini:

I rischi legali, per Google, nel continuare a tenere accese le News in Spagna erano troppo alti, vista la legge che entrerà in vigore da gennaio 2015 che di fatto impedisce il diritto di citazione delle notizie. In Europa abbiamo legislazioni obsolete, assai analogiche e ben poco digitali, che non tengono conto del ruolo cruciale svolto da motori di ricerca e aggregatori a favore del pluralismo dell’informazione. Da anni, come Istituto, ci occupiamo del delicato confine tra privacy, proprietà intellettuale e libertà d’informazione: e ora, mentre Google chiude un servizio utilissimo perché costretta a farlo da regole d’altri tempi, tutti gli utenti spagnoli saranno più poveri di idee e di notizie. E speriamo non sia la prima di una serie di chiusure del servizio in altri Stati UE.

Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei Dati ha pubblicato uno studio che evidenzia infatti gli effetti dei motori di ricerca sul pluralismo dell’informazione, nel quale si dimostra oggettivamente sia sotto il profilo del rispetto dei diritti fondamentali, sia dal punto di vista econometrico, che i search engines e gli aggregatori di notizie sono formidabili abilitatori del pluralismo, specialmente a favore dei piccoli editori. Secondo l’avvocato Luca Bolognini, leggi come quelle spagnole sono irragionevoli perché trattano i motori di ricerca alla stregua degli editori, quando in realtà essi sono solo abilitatori e “incrementatori” di pluralismo e di accesso all’informazione. La politica dovrebbe occuparsi di questi temi, per non isolare i cittadini europei dal resto del mondo libero.