Present.ly, comunicazione rapida all’interno dell’azienda

di Alfredo Bucciante

Pubblicato 11 Gennaio 2010
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:52

Present.ly è una delle applicazioni online recentemente premiate da ReadWrite nella classifica di fine anno dedicata ai servizi per le imprese.

E’ un servizio che consente di generare flussi di comunicazione all’interno di gruppi, e quindi nella cerchia di collaboratori e dipendenti.

Di base, possiamo creare un network, e generare dei messaggi della lunghezza massima di 140 caratteri (qualsiasi riferimento è puramente casuale) da condividere in vario modo.

Possono essere messaggi diretti, anche di risposta ad un precedente messaggio, o dedicati ad un particolare gruppo. I messaggi hanno anche la caratteristica di consentire di allegare file o testo aggiuntivo, così superando di fatto il limite di 140 battute.

Quando scrivendo si inserisce un punto interrogativo, il contenuto viene immediatamente proposto come Question. Si possono anche visualizzare tutte le Question insieme, dal menu laterale, e chiaramente rispondere ad esse.

Tramite il menu Settings, situato in alto, è inoltre possibile abilitare un profilo di Twitter, in modo da poter pubblicare anche lì i propri contenuti. Per far questo, sarà  poi necessario inserire all’inizio dei propri messaggi il comando “t!”.

Present.ly può essere utile per imprese di piccole o medie dimensioni, ma ben si adatta anche a strutture più grandi, grazie soprattutto alla funzione gruppi, che consente di crearne anche più di uno, tanti quanti sono i settori e le aree che intendiamo differenziare.

In definitiva, è un servizio che può rivelarsi comodo per quello che si propone di fare, cioè comunicare, senza la pretesa di aggiungere chissà  quali altri funzioni.

Paradossalmente, il dato significativo è proprio la circostanza di creare un circuito chiuso in se stesso, elemento che spesso viene considerato un fattore negativo.

In sostanza, ad ogni social network creato corrisponde un’azienda, e quindi la comunicazione avviene senza le distrazioni che inevitabilmente nascono quando si cerca di adattare strumenti pensati per un pubblico più vasto.