SOA, il paradigma organizzativo del Web 2.0

di Giovanni De Vidi

Pubblicato 4 Marzo 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:52

Non occorre essere sociologi per capire che il prorompente avanzare delle applicazioni Web 2.0 sta letteralmente rivoluzionando i rapporti sociali (cristallizzati da secoli).

Poiché circa il 35% della nostra giornata è praticamente dedicata ad assolvere alle mansioni lavorative, il mondo del lavoro non è certo escluso da questa palingenesi: questi fenomeni dunque non possono non comportare la necessita di rivisitare ab ovo l’intero modello organizzativo della piattaforma gestionale. In futuro, anche sotto il profilo epistemologico.

Ci serve un paradigma nuovo. Ma non occorre inventarlo, esiste già : si chiama SOA.

In soldoni, per SOA (acronimo di Service-Oriented Architecture) intendiamo l’ambizioso tentativo di ricondurre le applicazioni Web (che nascono come i funghi) al sistema gestionale classico o a qualcosa ad esso correlato. Dunque un’unica architettura orientata ai servizi Web.

Capire il concetto di SOA non è facile: tento di renderlo accessibile con un esempio (che agli esperti potrà  sembrare banale).

Tutti noi in azienda abbiamo un sistema gestionale (quello che ci permette di inserire le bolle, produrre gli ordini di produzione, interrogare il magazzino, fare bolle e fatture e compagnia bella). Supponiamo di avere un fornitore chiamato ComproBene & Co., e di essere seguiti dal commerciale Sig. Giovanni NonTiInganno.

Supponiamo altresì che questo signore abbia un link sul social network LinkedIn e sia reperibile con l’irresistibile Google Talk. Normalmente questi due dati sono annotati in forma descrittiva alla bell’e meglio su qualche PIM, sul gestore testi o cose del genere.

SOA significa: interrogo l’anagrafica Fornitori, scelgo il contatto (il commerciale Giovanni NonTiInganno). Clicco sul pulsante LinkedIN e vedo il suo profilo, clicco sul pulsante Google Talk e chatto con lui.

In sintesi: un ulteriore strato applicativo software/hardware che con appositi connettori permette di agganciare il sistema gestionale aziendale ai servizi Web che man mano prendono popolarità  creando in tal modo un unico ed altamente modulare punto di accesso alle informazioni/servizi.

Fantascienza? Non sembra essere dello stesso parere l’IBM, che il 21 febbraio 2008 terrà  a Roma – nel suggestivo scenario del centro congressi “Roma Eventi” (il cui soffitto di Michelangelo è stato recentemente restituito agli antichi splendori) – un meeting denominato DuePuntoZero dove appunto si parlerà  di SOA e Web 2.0 e di tanti altri succosi argomenti quali Governance, 3D Internet, Avatar e reti sociali.

Chi ha la fortuna di abitare a Roma, ci dia un’occhiata. Se ne prevedono delle belle.