HD corrotto: i suggerimenti Kroll Ontrack per non perdere i dati

di Noemi Ricci

Pubblicato 12 Settembre 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:46

La perdita dei dati e in generale delle informazioni che il nostro computer custodisce è sempre spiacevole, in ogni situazione, a maggior ragione se questo avviene in ambito aziendale, dove ciò può comportare perdite economiche anche di notevoli entità .

In realtà  esistono diverse soluzioni software che consentono di recuperare i dati persi. Anche se limitati, i casi in cui il recupero dei dati risulta totalmente impossibile esistono e si stima che ben il 30% sia causa di un errore umano, non imputabile dunque al un danneggiamento hardware.

Una delle società  leader nell'offerta di soluzioni e servizi di recupero dati, cancellazione sicura dei dati e computer forensics, Kroll Ontrack, ha stilato una lista di quelli che risultano essere gli errori più comuni che gli utenti compiono nel momento in cui si verifica un problema di perdita di dati sull’hard disk del proproi computer. Fornisce inoltre alcuni suggerimenti, una sorta di decalogo del cosa fare e sopratutto del cosa non fare quando ci si trova di fronte ad un caso simile.

Comportamenti azzardati in situazioni di hard disk danneggiato sono sicuramente da evitare. Il fai-da-te, senza una conoscenza adeguata dell’hardware e le dovute competenze tecniche, possono portare a una compromissione totale del dispositivo, rendendo impossibile qualsiasi tentativo futuro di recupero dei dati e di ripristino in camera bianca ad opera di tecnici e ingegneri qualificati.

Tra gli errori più comuni commessi dagli utenti vi sono i casi in cui essi sono impegnati nella pulizia del disco. Nel gran parte dei casi l’utente procede formattando il disco per ripristinare in seguito i dati dal backup effettuato preventivamente. Una volta pulito il disco si procede come da copione ad una nuova installazione dei software, quali il sistema operativo e le varie applicazioni utilizzate.

L’operazione non sembra essere delle più complesse, dov’è allora che si incappa nell’errore? Esattamente nel momento in cui ci si accorge che il proprio backup non è aggiornato o peggio non funziona. In questo caso esistono delle soluzioni che consentono di recuperare i dati. Il consiglio è però quello di verificare sempre il funzionamento del backup e il suo stato di aggiornamento prima di procedere alla formattazione.

Altra situazione a rischio è la sostituzione dei componenti. Capita spesso infatti che in caso di malfunzionamento dell’hard disk l'utente provi, improvvisandosi tecnico, a sostituirne le parti fallate acquistando un drive simile, senza considerare che le componenti di un hd contengono informazioni proprie del drive di appartenenza, le specifiche tecniche proprie del nuovo componente e soprattutto che l'apertura del disco in ambienti non idonei può causare la perdita irreversibile dei dati.

In caso di blocco del disco, ovvero quando ci si accorge che il drive e le testine sono ferme, ad esempio perché non si sente alcun rumore dovuto alla normale rotazione dei piatti nell'hard disk, l’errore più comune è quello di rimuovere il disco e provare a scuoterlo o a dargli dei colpetti, nella speranza di sbloccare la situazione. Nulla di più sbagliato! perché si rischia di danneggiare gravemente il disco a livello fisico. In questi casi si verifica spesso infatti che le testine che sfiorano la superficie magnetica, rovinino la superficie del piatto che contiene i dati graffiandola e rendendo impossibile qualsiasi lettura futura.

Molto comune è anche il caso di infiltrazioni di liquidi dovute alla distrazione, ad esempio il rovesciamento di un bicchiere. Altrettanto comuni sono i rimedi utilizzati, come il tentare di asciugare il disco con un phon per capelli, con il pericolo di peggiorare solo la situazione. Il comportamento più appropriato in questi casi è quello di tenere il drive umido, impedendo così che le impurità  si fissino sui piatti interni del drive e di contattare l'assistenza di un fornitore professionale di recupero dati.

I sistemi operativi mettono a disposizione delle utility di sistema per il recupero di dati. È forte la tentazione, per l’utente che si trova di fronte al rischio di perdere i preziosi dati aziendali, di utilizzarli. Classici esempi sono CHKDSK, Mac Disk Utility o FSCK. Il problema è che se il drive è fisicamente danneggiato l’utilizzo di questi programmi ha come risultato quello di danneggiare ulteriormente l'hard disk rendendo più complesso il recupero dei dati.

Il suggerimento in questo, come nella maggioranza dei casi, è quello di non improvvisarsi tecnici fai-da-te. Piuttosto si consiglia di contattare un esperto, un professionista del settore che sappia come risolvere la situazione ed evitare la perdita delle preziose informazioni digitali patrimonio indispensabile per qualsiasi azienda moderna. In oltre l'80% dei casi, infatti, si riesce a recuperare integralmente il contenuto del supporto, anche in casi apparentemente insolubili, ma bisogna saperlo fare!