Agenda Digitale: l’ANCI fa il punto a SMAU

di Noemi Ricci

20 Marzo 2014 15:38

L'evento ANCI che ha aperto la seconda giornata di SMAU Roma 2014 definendo lo stato di avanzamento, le azioni e i nuovi scenari operativi dell'Agenda digitale.

È giunta alla sua seconda giornata la tappa capitolina di SMAU 2014, il Roadshow dedicato all’ICT in occasione del quale l’ANCI ha fatto il punto su due temi centrali per lo sviluppo tecnologico delle imprese: Agenda Digitale e Smart City. La seconda giornata di SMAU Roma si è aperta proprio con il convegno annuale dei Comuni Italiani, che ogni anno raccoglie i sindaci delle città italiane per confrontarsi sullo stato di avanzamento delle azioni per l’innovazione nel Paese.

=> Agenda Digitale e Smart City: il punto a SMAU

Agenda Digitale

I riflettori, per quanto riguarda l’Agenda Digitale si sono accesi in particolare su:

Il Presidente ANCI, Piero Fassino, ha moderato la sessione nella quale i principali attori istituzionali e del mercato del Digitale hanno illustrato i propri sulle attuali e future politiche di innovazione. A presenziare anche Francesco Caio, Commissario per l’attuazione dell’Agenda Digitale, Maria Carmela Lanzetta, Ministro per gli Affari Regionali, Agostino Ragosa, Direttore dell’Agenzia per l’Italia Digitale e Debora Serracchiani, Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, in qualità di rappresentante delle Regioni italiane.

«Vogliamo essere recettori di proposte che arrivino dai territori», ha dichiarato il ministro Lanzetta. Per Fassino l’Agenda Digitale non deve essere solo una cornice normativa, bensì un progetto industriale che comprenda temi quali: Banda larga e ultra larga; open data; PON (Piano Operativo Nazionale) strategico. L’Agenda Digitale è infatti un «piano strategico per il Paese e tutte le scelte devono rientrare in questa cornice», continua Fassino, è fondamentale non «pensare solo in termini di Smart City ma anche di Smart communities» promuovendo la cultura digitale, altrimenti si rischia di lasciare che le applicazioni di città intelligenti rimangano buone pratiche ma non viste applicabili e replicabili», mentre «è importante avviare una replicabilità su larga scala dei progetti digitali, che possono migliorare numerosi settori, tra i quali la sicurezza e i trasporti». Quella che si sta aprendo per il Presidente ANCI è «un’epoca nuova che impone rivisitazione modelli e modo di concepire le Amministrazioni e i cittadini».

A sollecitare la richiesta al governo Renzi di definire un piano operativo nazionale per l’attuazione dell’Agenda Digitale è stata Debora Serracchiani: «è necessario alfabetizzare digitalmente la popolazione e trasformare gli italiani in cittadini digitali». Un processo che vede coinvolti imprese ed enti, secondo Ragosa, per il quale i «Fondi Europei sono fondamentali per l’implementazione infrastrutture digitali così come un PON condiviso». Sul tema risorse Fassino, ha sottolineato che queste «non possono essere solo pubbliche» e «per questa ragione penso che una delle fonti più significative di finanziamento siano i fondi UE, anche se il ciclo 2014-2020 non credo che sia al momento ancora soddisfacente e rischia di non allocare risorse adeguate nelle realtà metropolitane attraverso i PON».

=> Perché l’Agenda Digitale è in ritardo? Le mosse attese da Renzi

Elio Catania, presidente Assinform, ha poi anticipato: «stiamo preparando un piano nazionale di alfabetizzazione digitale per imprese e cittadini e stiamo producendo un documento che prevede l’intera alfabetizzazione digitale del Paese». L’Agenda Digitale, ha sottolineato Catania, rappresenta inoltre un’opportunità: «le nuove tecnologie rete hanno una localizzazione forte, quindi creano occupazione». Ma è fondamentale lavorare insieme e definire un quadro di interoperabilità per dati, comunicazioni e processi: «concentriamoci su poche cose e facciamole bene», ha concluso il presidente Assinform.