Banda larga: Italia ancora fanalino di coda

di Noemi Ricci

Pubblicato 12 Dicembre 2013
Aggiornato 19 Dicembre 2013 09:45

I dati dell'ultima classifica europea sullo sviluppo e diffusione della banda larga pone l'Italia al terzultimo posto: ecco tutti i dettagli.

Nella classifica europea per lo sviluppo della banda larga l’Italia figura come fanalino di coda, davanti solo a Grecia e Cipro, con un punteggio pari a circa la metà rispetto alla Svezia che guida la classifica insieme a Finlandia e Danimarca. È quanto risulta dal Rapporto su Reti & Servizi di Nuova Generazione 2013 realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) basato sull’I-Com Broadband Index (IBI) – l’indicatore sintetico delle performance dei diversi Paesi europei in fatto di sviluppo della banda larga – e presentato in questi giorni.

Banda larga in Italia

I ritardi dell’Italia si fanno sentire sotto tutti i profili, tanto dal punto di vista normativo che da quello culturale e di sviluppo delle infrastrutture. In Italia solo poco più della metà degli Italiani accede regolarmente a Internet, contro una media UE del 70%. L’e-Commerce, nonostante il suo sviluppo, non supera in Italia il 17%,contro una media UE del 44%. Il nostro Paese risulta superiore alla media solo con riferimento alle connessioni a Banda Larga Mobile: con un tasso di penetrazione pari al 14,3%, rispetto ad una media UE del 9%, l’Italia si colloca al 6° posto. Più in particolare:

  • il tasso di penetrazione della broadband fissa in Italia è pari al 55% contro una media UE del 72%. collocando il nostro Paese in quartultima posizione;
  • per quanto riguarda la velocità delle connessioni l’Italia si colloca in ultima posizione con solo lo 0,1% delle connessioni a 30Mbp, contro una media UE del 14% media UE;
  • solo il 2% delle connessioni in Italia utilizza la fibra ottica, che arriva in 2,6 milioni di edifici, contro i 6,8 milioni della Francia.

Banda larga in Europa

Nei Paesi scandinavi la supremazia è data dalle maggiori velocità di connessione, dalla copertura delle reti in fibra e dall’incremento del Mobile broadband. Volgendo lo sguardo al resto d’Europa, la Germania si colloca al ventesimo posto a causa della scarsa diffusione della fibra ottica, la Spagna in quintultima posizione (-11 posizioni rispetto all’ultima rilevazione) a causa del mancato sviluppo della Banda Larga. Migliorano invece le posizioni di Bulgaria (9°) e Romania (16°): «I Paesi europei – anche quelli di più recente ingresso nell’Unione – stanno dimostrando segnali di forte adesione e avvicinamento agli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea, che dovrebbero consentire all’Europa di tenere il passo della competizione globale. Occorre prendere atto che negli ultimi tre anni, mentre la politica pensava ad altro, l’Italia è stata ampiamente distanziata dalla quasi totalità dei Paesi dell’Est Europa e si appresta ad essere superata nell’accesso al broadband, l’indicatore più importante da noi rilevato, perfino da Bulgaria e Romania. Le uniche note di speranza vengono in questo momento dagli operatori TELCO, che recentemente hanno annunciato per i prossimi anni un’accelerazione significativa degli investimenti nelle reti italiane, che hanno comunque tenuto nonostante la crisi nel recente passato. La nostra speranza è che le istituzioni sfruttino questi segnali positivi per alimentare un circolo virtuoso. In questo spirito, per farci spiegare come interagiscano gli attori del sistema nel Paese europeo leader, abbiamo invitato il Ministro svedese Ewa Björling. Speriamo che le istituzioni italiane ascoltino il messaggio con attenzione. Dimostrando di essere davvero interessate al tema e soprattutto agli aspetti che contano», ha spiegato Stefano da Empoli, Presidente di I-Com.