Italia ottava nella produzione di spam

di Marianna Di Iorio

1 Marzo 2007 17:20

Secondo il Report sulla sicurezza per il 2007 di Sophos, l'Italia è all'ottavo posto nella classifica dei Paesi che nel 2006 hanno prodotto spam

L’Italia è all’ottavo posto nella classifica dei paesi produttori di spam, una minaccia alla sicurezza che nel 2007 sarà inviato non più soltanto attraverso la posta elettronica, ma sfrutterà la popolarità di Internet e il numero elevato di utenti che navigano la Rete.

Anche Sophos, così come CA, ha pubblicato il “Rapporto sulla sicurezza per il 2007”. Secondo quanto si legge nel comunicato stampa sono «in forte aumento le minacce che si annidano sul Web e i Trojan downloader».

Sophos, prendendo in esame le minacce informatiche degli ultimi dodici mesi, ha delineato le tendenze previste per il 2007 in materia di malware e spam. Nel 2006 tra i Paesi che hanno ospitato siti web contenenti malware al primo posto ci sono gli Stati Uniti con il 34,2%, seguiti dalla Cina con il 31,0% e dalla Federazione Russa con il 9,5%. L’Italia non rientra nei primi dieci Paesi, ma occupa l’undicesimo posto con lo 0,8%.

Per quanto riguarda i Paesi che, invece, nel 2006 hanno inviato la maggiore quantità di spam, gli Stati Uniti si trovano sempre al primo posto, seguiti ancora dalla Cina e poi dalla Corea del Sud, mentre l’Italia è all’ottavo posto.

Secondo gli esperti di Sophos il 90% di tutto lo spam proviene dai cosiddetti computer zombie, ossia PC che sono controllati a distanza dagli hacker attraverso l’utilizzo di Trojan, worm e virus. Nel 2006 Sophos ha individuato più di 40 mila nuovi malware, con la quota dei Trojan che è stata quattro volte superiore a quella dei virus e worm.

«È interessante notare come il malware differisca a seconda del luogo di origine, sfruttando spesso le tendenze Internet in auge in un dato Paese, in un dato momento. Pertanto, identificandone la provenienza, gli esperti della sicurezza e le autorità sono in grado di tracciare l’identikit degli autori e di assicurarli alla giustizia», ha dichiarato Narisoni, Security Consultant di Sophos Italia.