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La rete come piattaforma di business

di Cristiano Guarco

9 Dicembre 2013 09:30

La rete come piattaforma abilitante di business, motore della produttività e della crescita: Alberto Degradi ci illustra come, con le riposte di Cisco Italia.

La vision di Cisco è oggi legata a doppio nodo all’Internet of Everything (IoE), culmine del suo core business: connettere le persone, i processi aziendali e le cose. Nel suo percorso evolutivo, la rete ha infatti attraversato quattro fasi portanti: connettività, e-commerce, social network e oggi l’Internet delle cose. Uno step che Cisco interpreta attraverso le sue architetture e personalizza in collaborazione con i suoi partner. Il risultato finale è un ecosistema in cui la rete mette in connessione persone, dispositivi e strumenti, rinnovando i processi di business. Per capirne le potenzialità in Italia, PMI.it ha incontrato Alberto Degradi, Infrastructure Leader di Cisco Italia.

Quanto conta la sfida dell’IoE?

Dobbiamo far capire alle aziende che oggi rete e datacenter non sono più solo un’esigenza IT ma anche strumenti capaci di cambiare i processi di lavoro, mettendosi al servizio del business, perché creano flessibilità nelle applicazioni e nei modelli operativi. Questa è la sfida più importante, soprattutto in un’Italia che deve ritrovare la produttività. Possiamo lavorare di più, certo, ma soprattutto dobbiamo lavorare in modo diverso, con la rete che assume il ruolo di game changer, mettendo nelle mani delle line of business – quindi non solo dell’IT – un potente strumento per rendere i processi aziendali più produttivi e di conseguenza l’azienda più agile. Un concetto difficile da far capire ma necessario: non pura connettività, ma rete come piattaforma abilitante di un nuovo e innovativo modo di fare business.

Rete da autostrada a mezzo?

Esattamente. Per esempio, con un datacenter agile e flessibile posso realizzare un’applicazione di business in 15 minuti grazie all’architettura di self provisioning; con una struttura tradizionale di tipo legacy avrei bisogno di molto più tempo. Noi stessi siamo passati otto settimane a un quarto d’ora, mettendo a disposizione del dipendente una piattaforma su cui far girare le applicazioni di cui ha bisogno. In generale è questo che il business necessita oggi: una rete intelligente e un datacenter estremamente flessibile.

Quali gli ultimi trend?

Credo ce ne siano 4 da tenere presente, tutti con influenza su rete e datacenter:

  • Mobilità intesa come BYOD (Bring Your Own Device): un notevole numero di dispositivi con informazioni aziendali richiedono un tipo diverso di servizio ma un’esperienza univoca per l’utente (non esiste più i dipendenti a cui dire “questa è la tua scrivania, questo il tuo terminale, questa la tua applicazione”. Oggi portano in ufficio applicazioni utili, conosciute nel privato ma utilizzate per compiti aziendali).
  • Cloud, con un proliferare di applicazioni che ne aumentano l’utilità concreta ma anche la necessità di una rete efficiente.
  • Big Data, con l’opportunità di estrarre dati che in precedenza non avevamo, in modo sempre più rapido. Nuovi dati significa nuova conoscenza, clienti meglio profilati, maggiore capacità d’interazione facendo ‘customer attraction & retention’ in modo diverso.
  • Internet delle cose: stiamo entrando in una “tempesta perfetta” dove, da qui al 2020, si stimano 50 miliardi di oggetti collegati alla rete, che diventa perciò sempre più importante.

Questi quattro trend hanno bisogno di una rete intelligente e di un datacenter flessibile: ecco le sfide che oggi l’IT deve tenere presente.

Quali le criticità connesse?

Il BYOD comporta il moltiplicarsi dei requisiti di sicurezza e l’uniformità dell’esperienza utente. Per questo, Cisco ha creato Unified Access: una rete sola per un’esperienza unificata, via wireless, rete cablata o VPN, visto che si lavora sempre di più  “non alla scrivania, complice la consumerizzazione dell’IT che ha sfumato i confini tra vita professionale e personale. La definizione e applicazione di policy indifferentemente da dove si accede richiede poi la creazione di un solo sistema per la gestione degli oggetti connessi. Indipendentemente dalla connessione, posso attribuire lo stesso accesso ad un utente o limitarlo quando arriva via VPN, creando profili personalizzati. L’aspetto Unified Management, ossia la visualizzazione univoca della rete, armonizzerà infine i diversi dispositivi e tool interconnessi via wireless e wired, con una gestione semplificata dei possibili problemi. Riassumendo, “one network, one policy, one management”.

Sul versante Cloud la nostra risposta è un datacenter cloud ready che possa passare al concetto di “IT as a service”. Per farlo serve: un’infrastruttura agile e virtualizzata come la piattaforma Cisco UCS (Unified Computing System); una componente di networking nel datacenter come Unified Fabric; una soluzione gestionale come Unified Management. Su questi tre pilastri si basa la gestione flessibile del datacenter, oltre a dare scalabilità su tre dimensioni: velocità, magnitudine (in altre parole: di quante porte ho bisogno sul datacenter), poter lavorare su più datacenter. La risposta al Big Data è una piattaforma certificata con i principali vendor di software: in pratica, siamo in grado di dare un’integrazione totale. Infine, in ambito IoE serve uno strato d’intelligenza della rete: abbiamo sviluppato un’architettura che si basa su una parte d’accesso che chiamiamo FAN (Field Area Network), un’altra chiamata FOG dove risiedono computing e storage distribuito, per arrivare poi al Cloud.