DIG.Eat 2014, focus su imprese e PA 2.0

di Andrea Barbieri Carones

29 Maggio 2014 09:21

Al convegno DIG.Eat si è fatto il punto sull’informatizzazione di imprese e PA, raccogliendo proposte concrete per una svolta reale nella conservazione dei dati.

Dig.EatDIG.Eat sta emergendo come appuntamento di riferimento per la digitalizzazione di documenti e fascicoli informatici nelle imprese e nella PA. L’edizione 2014, fruibile anche in streaming, ha visto alternarsi oltre 80 relatori tra ordini professionali, associazioni di settore e di mercato ed il patrocinio di Confindustria e Ministeri dell’Interno, Giustizia, Sviluppo Economico e Salute.  Media partner anche PMI.it, che ha seguito le diverse tavole rotonde e gli aventi a tema, focalizzandosi sull’implementazione di processi digitali nella Pubblica Amministrazione e sulla conservazione e archiviazione sicura di dati e documenti.

=> Dematerializzazione e innovazione tecnologica: DIG.Eat 2014

Dalle tavole rotonde è emersa anche l’importanza dei responsabili della conservazione digitale e del trattamento dei dati, figure strategiche per una gestione conforme dei dati digitali che pervengono ad  enti pubblici e aziende private di ogni dimensione.

Le lacune emerse

Il tratto distintivo del convegno, tuttavia, è stato l’unanime appello in direzione di una modernizzazione che colmi i profondi gap che affliggono la cosa pubblica italiana, a tutto svantaggio di cittadini e imprese. Ad esempio, fra gli intervenuti il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferro ha evidenziato l’obsolescenza dei processi di gestione e archiviazione degli atti processuali, che ogni anno ingolfano le procure di tutta Italia.

«In tema di processo civile telematico, non é ancora previsto un sistema moderno. Pur avvertendo questa esigenza, il Ministero si è reso conto di come sia urgente lo sviluppo di un sistema di conservazione a norma».

Il numero elevato di accrediti registrati in questa edizione del Dig.Eat – ha spiegato dalla platea Andrea Lisi, Presidente Anorc (Associazione Nazionale Operatori e Responsabili della Conservazione digitale),  evidenzia quanta sete di conoscenza ci sia intorno a queste materie:

«Oggi, la lacuna informativa e formativa in materia di Agenda Digitale va colmata attraverso percorsi specifici per figure professionali nuove e notizie aggiornate, costanti e complete a disposizione di imprese, pubblica amministrazione e cittadini».

Fortunatamente sembra che in Italia le cose stiano evolvendo, anche se restano dei vuoti: «mancano le regole tecniche sulla formazione del documento informatico, sui duplicati e le copie e quelle sulla sicurezza dei dati, dei sistemi e delle infrastrutture delle PA. Questo preoccupa ancora di più in vista di alcuni imminenti obblighi, come quello della fatturazione elettronica verso la PA e l’avvento del Processo Telematico, in relazione al quale si sta dando ben poco rilievo all’aspetto fondamentale della corretta gestione e archiviazione degli atti e dei fascicoli informatici».

La digitalizzazione del Sistema Paese ha dunque molta strada da percorrere. Per questo, in occasione del  DIG.Eat è stata lanciata la proposta di redigere un decalogo dei principi attuativi per riformare la PA italiana, curato dagli Stati Generali della Memoria Digitale, piattaforma interassociativa promossa da Anorc.