Blockchain: applicazioni e implicazioni

di Anna Fabi

Pubblicato 3 Novembre 2017
Aggiornato 6 Novembre 2018 10:54

Da Blockchain a Blockchange, il nuovo paradigma che cambia società, economia e vita quotidiana: funzionamento, applicazioni e implicazioni per l'azienda, la sfera pubblica e quella privata.

Intelligenza artificiale, big data, Internet delle cose, apprendimento automatico. Sono alcune delle applicazioni più innovative della rivoluzione digitale in atto. Tutti ne parlano ma c’è poca consapevolezza delle loro profonde implicazioni. In questo scenario, la Blockchain è forse la più incisiva delle ultime innovazioni: oggi muove solo i primi passi ma è paragonabile solo all’avvento di Internet, del personal computer e, all’inizio della rivoluzione industriale, alla macchina a vapore. Un nome più appropriato sarebbe forse BlockChange o UnlockChange, dato l’enorme potenziale trasformativo in vasti campi di applicazione.

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Blockchain

A livello concettuale, è un registro decentralizzato, cioè un elenco di tutte le transazioni che avvengono attraverso una rete peer-to-peer (da soggetto a soggetto, da nodo a nodo della rete). In sostanza, è uno strumento che abilita persone diverse e tra loro sconosciute a verificare e validare la generazione e lo scambio di informazioni e asset (beni, servizi, diritti e obbligazioni), nonché di registrarne digitalmente in modo certo, verificabile e strutturato il succedersi di eventi in un archivio decentrato certo e verificabile di tutte le operazioni che si realizzano nel corso del tempo.

Implicazioni

Una blockchain, adattata e personalizzabile per ogni contesto, garantisce a chiunque che una controparte stia adempiendo alle proprie obbligazioni senza la necessità di certificazione di terzi. In linea di principio, rappresenta l’uovo di colombo che risolve uno dei problemi secolari e più complessi nella rilevazione e rappresentazione delle informazioni che sottostanno a qualsiasi rapporto di scambio: ovvero come fornire sicurezza e fiducia in una rete peer-to-peer senza un’autorità centrale che la coordini e la certifichi.

È la declinazione in digitale di un nuovo concetto di fiducia. E per queste ragioni alcuni ritengono che la Blockchain possa assumere anche un valore politico, ovvero come piattaforma che consente lo sviluppo e la concretizzazione di nuove forme di democrazia, realmente decentralizzata e in grado di garantire a tutti la possibilità di “controllare” in totale trasparenza, attraverso archivi immutabili e condivisi.

La Blockchain, dunque, più che una tecnologia è un paradigma, un nuovo modo di interpretare il grande tema della decentralizzazione e della partecipazione. Per questo esistono sue diverse interpretazioni, declinazioni e definizioni in funzione della prospettiva di utilizzo.

Applicazioni

Se si esamina un’interazione che due o più persone hanno su Internet, tutti sono intermediati da una molteplicità di soggetti: chi dà l’accesso, chi verifica le credenziali e l’identità, chi processa l’operazione, chi la valida, chi l’autorizza e la conferma, chi la registra, ecc. Intermediazioni spesso ridondanti e inefficienti che ritroviamo nelle transazioni bancarie, nei pagamenti, nel commercio elettronico, nelle interazioni dei social network, nello scambio di email, nelle ricerche di lavoro, nelle compravendite immobiliari, nelle aste online, nel pagamento di tasse e imposte, nei servizi sanitari-assistenziali, ecc.

La Blockchain elimina la necessità di intermediari: società di servizi pagamento, broker, aziende come AirBnb, Ebay, Facebook, Linkedin, aziende di servizi pubblici al cittadino, ecc.

Transazioni & Co.

Nei pagamenti online, diversamente da quelli fisici, nessuna fase della transazione può essere certificata a meno che qualcun altro (banca, fornitore di servizi, società di carte di credito) ne garantisca tutti i passaggi (A dispone del denaro > il denaro è trasferito a B > il denaro diventa legittimo possesso di B). Uno scenario che può essere esteso alle attività dei registri catastali, alla conformità alle normative, al Know-You-Customer (KYC), alla contrattualistica online e così via. Le transazioni in crittovaluta sono dunque soltanto una delle possibili applicazioni.

Garanzie

La tecnologia Blockchain agisce attraverso due semplici caratteristiche strutturali:

  • un registro decentralizzato di tutte le transazioni in rete condivise da tutti i suoi membri;
  • l’immutabilità garantita di tale elenco (ogni transazione si collega alla precedente: se la catena viene modificata e la blockchain violata, la “rottura” è visibile a tutti).

Quindi, il suo funzionamento si basa sulla creazione e gestione di un grande database distribuito per la gestione di transazioni condivisibili tra più nodi di una rete. Un database strutturato in blocchi (Block) o nodi di rete tra loro collegati (Chain) in modo che ogni transazione avviata sulla rete debba essere validata dalla rete stessa.

In estrema sintesi la Blockchain è una catena di blocchi che contengono e gestiscono più transazioni. Ciascuno è chiamato a controllare e approvare tutte le transazioni, creando così una rete che ne permette la loro tracciabilità. Ciascun blocco è a sua volta anche un archivio per tutte le transazioni e per tutto lo storico di ciascuna transazione, che – proprio per essere approvate dalla rete e presenti su tutti i nodi (Block) della rete – sono immodificabili (se non attraverso la riproposizione degli stessi a tutta la rete e solo dopo aver ottenuto la approvazione) e dunque immutabili. Altro punto di forza è l’uso di strumenti crittografici che garantiscono la massima sicurezza di ogni transazione.

Applicazioni pratiche

La più nota applicazione è il bitcoin ma lo scenario è ben più vasto vasto. Numerose banche centrali stanno già innovando nel campo delle cripto-valute (Inghilterra, Svezia, Estonia). E molte realtà hanno costituito alleanze e consorzi, investendo massicciamente in alcune applicazioni. Registro virtuale delle proprietà, certificazione di qualità e tracciabilità dei processi di trasformazione produttiva (agrifood), smart contracting (contratti codificati e digitalizzati nei blocchi, in termini di obbligazioni e clausole).

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In azienda

La Blockchain è l’alternativa più sicura ed economica all’intranet aziendale, sostituendo chi intermedia le transazioni e/o centralizza le informazioni: contabilità, conformità alle normative, sistemi informativi, acquisti. Dentro l’azienda tutte le informazioni possono fluire senza frizioni, decisioni e comportamenti diventano trasparenti. Al di fuori, i clienti ottengono informazioni dirette sui prodotti e servizi, le filiere produttive e i cicli logistico-commerciali diventano trasparenti e tracciabili. Gli investitori potrebbero finanziare le imprese senza passare dai mercati finanziari. I modelli di business possono essere drasticamente migliorati grazie a strutture dei costi più efficienti e relazioni con i clienti basate sulla trasparenza e senza soluzione di continuità.

Implementazione

Implementare una blockchain non è facile. Richiede una grande infrastruttura e capacità di sviluppo che la maggior parte delle aziende non è in grado di gestire. Man mano che le imprese scopriranno il potenziale per il loro business ci sarà una richiesta crescente di competenze e di servizi per rendere questa tecnologia più facilmente accessibile.

Risvolti socio-economici

L’impatto della blockchain non è limitato al mondo delle imprese. È uno strumento abilitante nel rinnovamento del rapporto tra cittadini e Istituzioni. In altri Paesi, è già applicata nel settore pubblico.  Le banche centrali la stanno abbracciando e i governi più innovativi (Singapore, Estonia, Svezia) la utilizzano per migliorare i rapporti con i cittadini (anagrafe e servizi amministrativi, registri di beni mobili e immobili, aggiudicazione degli appalti pubblici, rispetto delle normative, bilanci pubblici). Nel breve, molti servizi pubblici potranno essere abilitati, automatizzati e facilitati tramite la blockchain.

Regolamentazione

La regolamentazione delle applicazioni basate sui “blocchi” è una discussione aperta tra governi, operatori e attori diversi. L’impatto potenziale della Blockchain interessa infatti tutti gli ecosistemi e la società nel suo complesso, sollevando cruciali problematiche. I campi di applicazione possono essere verticali e orizzontali: tanto più vasto e articolato sarà l’ambito di applicazione tanto più aumenteranno i benefici ma anche le cautele e i distinguo sui rischi connessi.

Il Parlamento Europeo sta analizzando le potenzialità della tecnologia attraverso gli approcci regolamentari adottati in altre parti del mondo a seconda dei casi. C’è infatti una grande differenza tra l’utilizzo della Blockchain come criptovaluta (bitcoin) rispetto a un suo utilizzo nella tracciabilità delle filiere, nei contratti intelligenti (smart contracts) o nel riconoscimento dell’identità personale (open banking e PSD2). Se nel primo caso si hanno le maggiori preoccupazioni per il riciclaggio di denaro e le attività illegali (da cui gli orientamenti verso una stretta regolamentazione delle blockchian pubbliche), negli altri funzionerebbe al massimo del potenziale nel momento in cui supera i confini di una singola organizzazione.

Ed è qui che si arriva al nocciolo della questione: quali sono i passi da fare per costruire un quadro regolamentare che risulti il più inclusivo e diffusivo possibile rispettando standard condivisi di trasparenza e sicurezza?

Il dibattito come è logico aspettarsi oscilla tra posizioni di falchi e colombe, come del resto quello annoso sulla regolamentazione del web. Da un lato, Internet è una forza trasformatrice che porta un sacco di vantaggi ad una moltitudine di persone. D’altra parte, consente ai criminali di sviluppare attività prima impensabili. Quindi che si fa? Proibire Internet a causa delle attività illegali di pochi o consentire alla tecnologia di svilupparsi liberamente per i vantaggi che porta a molti?

I governi trascurano spesso questi ultimi mentre cercano di garantire la sicurezza. Ma un governo può fermare l’attività delle criptomonete alternative che non riconoscono autorità e confini nazionali? Difficilmente, possono semmai solo ridurre al minimo la loro minaccia controllando e analizzando i flussi. In realtà, come sta avvenendo in alcuni Paesi, servono approcci collaborativi che coinvolgano istituzioni, associazioni di categoria e attori di mercato e tecnologici per definire un quadro di riferimento e indirizzi che facilitino la sperimentazione e la diffusione di soluzioni applicative in diversi settori, use case e benefit case, evitando che regolamentazioni invasive limitino il potenziale trasformativo.

Come cittadini è importante essere consapevoli dei potenziali impatti di questa tecnologia nella sfera pubblica e privata. Tenersi informati e approfondire questi temi consente di arrivare meglio preparati a questa nuova trasformazione globale delle interazioni. Perchè la Blockchain revolution, la BlockChange, è già una realtà.

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di Paolo Marizza, Co-founder di Innoventually e docente DEAMS-UniTS