Navigazione satellitare: cosa cambia in Europa con "Galileo"?

di Fabio Natalucci

Pubblicato 30 Aprile 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:56

Lo abbiamo letto proprio ieri su PMI.it: il progetto portato avanti dall’Unione europea per dare una sferzata allo scenario attuale in tema di sistemi di comunicazione è realtà . Dopo lunghe attese e proroghe infinite, Galileo è stato approvato dai ministri europei dei trasporti e si pensa che la nuova costellazione di 30 satelliti sarà  finalmente pronta nel 2013.

Il progetto ha come scopo principale quello di dismettere il sistema GPS degli Stati Uniti, che ci verrebbe invece “affittato” per pochi spiccioli (qualche milione di dollari). Obiettivo, offrire attraverso il satellite una serie di servizi civili: guida dei mezzi di soccorso, pagamento automatico del pedaggio autostradale, ecc.

Il lancio ufficiale del secondo satellite sperimentale Galileo è stato lo scorso 27 aprile, dalla base di Baikonur in Kazakistan.

Il progetto ha goduto dell’ampia collaborazione italiana, tramite aziende di tutto rispetto come Telespazio e Alcatel Alenia: la stessa navicella è stata assemblata nei laboratori di Thales Alenia Space.

Inoltre l’Italia può vantare di essere stata scelta come sede di uno dei laboratori che gestiranno i satelliti, in particolare nella base militare del Fucino.
Messa in orbita e controllo del satellite, infatti, sono state e restano responsabilità  del centro spaziale del Fucino di Telespazio.

Una delle tante differenze sostanziali rispetto all’attuale soluzione statunitense – e che agli Usa si suppone “scotti particolarmente” – è la precisione che il sistema europeo dovrebbe avere rispetto a quello GPS: infatti, Galileo porta con sé ha una nuova tecnologia che prevede margini di errore sulla posizione pari a pochi centimetri.

Ci sarà  da attendersi una rivoluzione in quanto a servizi finali? Presto per dirlo, certo le prospettive per un nuovo dinamismo di mercato ci sono.

Ma forse sul medio-lungo termine.