T-mobile ammette: persi i dati di 17milioni di clienti

di Alessandro Vinciarelli

Pubblicato 7 Ottobre 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:49

Purtroppo le vicende di furto o smarrimento di dati sensibili sono ormai quasi all’ordine del giorno. Le più grandi società e istituzioni hanno ammesso più o meno sinceramente di aver perso una grande quantità di informazioni di clienti e cittadini.

Ricordiamo ad esempio il caso del Regno Unito, dove il Department for Work and Pensions (DWP) ha dichiarato di non ritrovare più due CD contenenti tutti i dati personali di cittadini residenti in una piccola cittadina del West York.

Questa volta a gettare alle ortiche le speranze di una maggiore attenzione alla privacy dei clienti è stata T-Mobile in un comunicato ufficiale. La grande azienda multinazionale, costola del colosso tedesco Deutsche Telekom, informa circa 17 milioni di clienti di non possedere più i loro dati perché smarriti.

Il fatto risale al 2006 quando un furto di identità compromise numerose informazioni personali come numeri di telefono, date di nascita, indirizzi postali, indirizzi di posta elettronica, ecc. Fortunatamente, stando a quanto afferma l’azienda, non sarebbero presenti ulteriori dati particolarmente delicati come ad esempio i riferimenti delle carte di credito.

Voci rassicuranti si mescolano ad altre di panico, in un continua altalenarsi di accuse e difese. T-mobile scrive che le informazioni rubate sono state proposte ad un mercato nero parallelo, ma non hanno conquistato l’attenzione di alcun compratore. Clienti inferociti hanno chiesto a gran voce indennizzi e risarcimenti, mentre T-Mobile comunica che secondo proprie fonti sicure nessuno dei dati finiti in mani inopportune è stato usato per fini illeciti.

T-Mobile stessa tiene inoltre a sottolineare come, dopo l’incidente, sia incrementata ulteriormente la gestione della sicurezza e come siano state introdotte procedure operative per scongiurare future e analoghe problematiche.

Con la poco rassicurante consapevolezza che un errore può sempre avvenire, quando ci si renderà conto che la privacy dei propri clienti e dei propri cittadini deve essere protetta con mezzi più efficienti?