I dilemmi delle connessioni wifi aperte

di Fabrizio Sinopoli

Pubblicato 16 Gennaio 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:50

In questi ultimi giorni, due articoli hanno colpito la mia attenzione, entrambi dedicati al tema delle connessioni wireless aperte.

Il primo è apparso su ArsTechnica, in cui ancora una volta si tocca il tema, sempre caldo, della legalità e soprattutto della moralità di accedere ad una wifi aperta, senza il permesso o la consapevolezza del proprietario.

Il secondo invece è un editoriale di Bruce Scheneier, pubblicato da Wired: uno dei maggiori esperti al mondo di crittografia e sicurezza informatica stupisce tutti rivelando che la sua rete wifi di casa è volutamente open e ne spiega i motivi.

L’articolo di ArsTechnica parte da un’indagine fatta da Sophos, in cui si scopre che ben il 54% degli intervistati ammette di aver “rubato” almeno una volta una connessione wifi aperta. Si sottolinea come in molti Paesi del mondo questo sia illegale. Ma oltre ad essere illegale, si può considerare immorale rubare una connessione wifi aperta?

Chi non lo ritiene immorale lo paragona ad ascoltare la radio del vicino tenuta a volume molto alto.
Chi la ritiene immorale invece, parla di un doppio effetto negativo: il proprietario della connessione ha una banda limitata e al tempo stesso i provider non hanno nuovi clienti, proprio perché alcuni sfrutterebbero contratti stipulati da altri.

Nell’editoriale di Wired, Bruce Schneier, come detto, dichiara di avere una connessione wifi aperta. Non gli importa che ci sia qualcuno in macchina fuori da casa sua che scarica materiale illegale. Anzi, è abbastanza convinto che questo sia pure difficile. Nel raggio di un miglio da casa sua, ci sono infatti ben 5 coffee shop che dispongono di una rete wireless: Schneier ritiene che un hacker preferisca stare comodamente seduto al bar, al caldo, con una tazza di tè davanti, piuttosto che in auto, al freddo, fuori dalla sua casa.

Inoltre, se la polizia dovesse andare a casa sua, accusandolo di download illegali, quale migliore difesa dichiarare di avere una wifi aperta e che qualcuno l’ha utilizzata per questi scopi? Sarebbe più difficile invece difendersi se hai chiuso la tua connessione e un hacker è riuscito ugualmente ad entrare.

Le questioni discusse sono decisamente interessanti: in Italia, condividere la propria connessione fuori dalle mura domestiche è reato. Stabilire se è anche immorale è difficile. Penso che non ci sia nulla di male nell’utilizzare una connessione altrui, finché lo si fa per scopi “onesti”: controllare la posta, prenotare un volo urgente, ecc… Sfruttare la rete del vicino esclusivamente per scaricare musica, film in modo da rimanere “pulito”, è un atto decisamente deprecabile.

Per quanto mi riguarda, al momento, la mia rete wifi è protetta, con WPA e MAC address access list. Al tempo stesso ritengo anche io, come Bruce Schneier, interessante e affascinante il progetto Fon. Sono sempre indeciso se diventare un Foneros o no, ma finché non ci sarà in Italia una legge chiara a riguardo e finché non mi sarà necessario essere connesso ad Internet anche quando sono fuori casa o ufficio, difficilmente aderirò al progetto.