I social network per l’informazione scientifica

di Giulia Gatti

23 Ottobre 2008 15:00

Nel futuro dell'informazione scientifica avranno un ruolo di primo piano i siti di social network come Facebook, dove i medici potranno incontrarsi virtualmente e scambiarsi documenti e informazioni sempre aggiornate

Il futuro dell’informazione scientifica potrebbe passare presto attraverso il Web, e più precisamente nell’ambito della vasta rete dei siti sulla socialità, i cosiddetti social network, dei quali sono ad esempio protagonisti indiscussi MySpace.com e Facebook.com.

È quello che si augura Massimo Vergnano, managing partner di Multimedia systems, intervenuto ieri a Milano a un convegno dedicato al tema dell’informazione scientifica.

Secondo Vergnano, in futuro lo scenario della comunicazione tra aziende, medici e pazienti si avvia verso una rivoluzione: sempre meno informazione scientifica tradizionale, fondata sul porta a porta degli informatori scientifici del farmaco, che sono attualmente colpiti da consistenti tagli di organico, a vantaggio di nuove forme di comunicazione, come i social network appunto.

I siti di social network in stile Facebook, dove basta registrare il proprio spazio personale per entrare in contatto con milioni di utenti in tutto il mondo, potrebbero diventare veri e propri luoghi virtuali dove i medici possono comunicare facilmente, scambiandosi documenti e ogni tipo di informazione utile.

All’interno di un qualsiasi sito di social network sono sempre attivi i dibattiti e gli scambi d’opinione, che avvengono con l’avvio di discussioni centrate su argomenti specifici: e in questo caso particolare, i medici potrebbero aprire discussioni sulle novità della farmaceutica, sulle qualità e gli effetti collaterali dei farmaci che gestiscono e che vengono quindi somministrati ai pazienti, in un continuo e proficuo scambio di informazioni aggiornate in tempo reale.

Massimo Vergnano è sicuro che «Non si tratta di una visione surreale, anzi negli Stati Uniti i Facebook scientifici sono già una realtà e si mormora che presto sbarcheranno anche in Italia. Qualche azienda farmaceutica ci sta facendo un pensierino».