MIUR: stop abuso contributi scolastici volontari

di Teresa Barone

13 Marzo 2013 10:30

I contributi scolastici sono sempre volontari e non possono essere imposti alle famiglie: lo chiarisce il Ministero dell?Istruzione.

I contributi scolastici da parte dei genitori devono essere sempre volontari e mai imposti. Lo afferma il Ministero dell?Istruzione con una circolare che “ammonisce? i presidi degli istituti nazionali e condanna i numerosi comportamenti vessatori nei confronti delle famiglie degli alunni.

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Non sono poche, infatti, le segnalazioni delle famiglie in materia di richieste i contributi economici da parte delle amministrazioni scolastiche, indirizzate al MIUR o rese note alla stampa. Il Ministero, attraverso una circolare firmata da Lucrezia Stellacci, ribadisce tuttavia l?irregolarità di tale comportamento soggetto anche a pesanti sanzioni.

Pretendere i contributi dai genitori degli studenti è “una grave violazione dei propri doveri d?ufficio?, poiché un aiuto economico destinato alla scuola può essere solo volontario e mai imposto. Spetta alle stesse istituzioni scolastiche comunicare questo principio alle famiglie, specificando che il mancato versamento di un contributo, anche se richiesto, non può essere sanzionato e non deve determinare un comportamento discriminatorio nei confronti degli alunni.

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Ecco un estratto dalla circolare del MIUR:

«In tutte le istituzioni scolastiche statali la frequenza della scuola dell?obbligo non può che essere gratuita mentre per le sole classi 4 e 5 della scuola secondaria di secondo grado, fatti salvi i casi di esonero, essa è subordinata esclusivamente al pagamento delle tasse scolastiche erariali. Nessuna ulteriore capacità impositiva viene riconosciuta dall?ordinamento a favore delle istituzioni scolastiche… qualunque somma, ulteriore alle tasse erariali e a quanto strettamente necessario per il rimborso delle spese sostenute dalla scuola per conto delle famiglie, può quindi essere richiesta soltanto quale contribuzione volontaria…tale impianto ovviamente non può essere messo in discussione in nome dell?autorità scolastica».