Il mobbing nella Pubblica Amministrazione

di Alessia Valentini

30 Giugno 2010 09:00

Mobbing, bossing e stalking, neologismi per indicare rispettivamente le vessazioni, i soprusi, le aggressioni psicologiche e le molestie sul posto di lavoro

Oggi non se ne parla più? Forse ai media interessa meno, ma purtroppo il tema resta tristemente di perenne attualità. Persiste nelle aziende private e anche nelle aziende pubbliche dove forse ci si aspetterebbe di essere maggiormente tutelati dalla “ragion di stato” e dove invece le situazioni di mobbing tendono a cronicizzare per la difficoltà dei dipendenti di trovare rapidamente una diversa sistemazione lavorativa. Nell’ambito privato e nel libero mercato del lavoro, infatti, il cambio di occupazione può essere più semplice e veloce rispetto all’ambito pubblico dove spesso si deve attendere il concorso interno apposito o ci si deve letteralmente “raccomandare” al dirigente di turno per ottenere un cambio di posizione.

La Pubblica Amministrazione aveva cercato di intervenire tutelando il dipendente pubblico con la direttiva del 24 marzo 2004 dedicata al miglioramento del benessere organizzativo nelle Pubbliche Amministrazioni. Tuttavia ad oggi i dati sul mobbing sono importanti se non allarmanti. I dati statistici risultanti dall’attività dei centri di ascolto della UIL specificamente orientati ai problemi di mobbing e stalking, riportano un desolante 58% di telefonate provenienti proprio dalle Pubbliche Amministrazioni a fronte di 37% di aziende private e un 5% rimanente di persone che non vogliono citare la fonte del loro malessere. Dai dati emersi nel convegno Il mobbing. Il lavoro vessato e in “sano” tenuto a Roma a novembre del 2007 dalla dott.ssa Alessandra Menelao, responsabile nazionale dei centri di ascolto mobbing e stalking UIL, si scopre che il genere mobbizzato è principalmente maschile per il 60% dei casi, che la fascia d’età più colpita è quella tra i 41 e i 50 anni e che la qualifica lavorativa più soggetta è l’impiegato generico. Curiosamente la distribuzione del mobbing in Italia ha il suo picco al nord e nelle isole mentre al sud e al centro è praticamente irrisoria. Tra le Pubbliche Amministrazioni il comparto più colpito è la scuola (28%) subito seguito però dalla PA Locale e PA Centrale insieme (16,4%).

Definizione

Con il termine Mobbing (coniato dall’etologo Konrad Lorenz per indicare il comportamento aggressivo di alcuni uccelli verso i propri simili al solo scopo di difendere il proprio nido n.d.r.) sono identificati quei comportamenti violenti e minacciosi, lesivi e frustranti adottati principalmente da responsabili e datori di lavoro nei confronti dei propri sottoposti (più raramente accade fra colleghi parigrado n.d.r.) in modo regolare, sistematico e duraturo nel tempo. Chi è colpito da questa violenza psicologica o eventualmente fisica accusa ovviamente problemi di salute, disturbi del comportamento, alterazioni psicopatologiche a volte alterazioni di relazione con gli altri (isolamento, depressione) fino ad intaccare negativamente le relazioni e il tessuto familiare.

Il danno da mobbing è quantificato sia in termini patrimoniali (vi sono cioè conseguenze economiche che si riversano sul mobizzato) sia in termini biologici (danni di salute) ed esistenziali (ovvero cioè si assiste ad un effettivo peggioramento dell’esistenza del mobbizzato). In realtà vi sono conseguenze anche per l’azienda dove si verificano questi eventi. Si assiste infatti a:

  1. un calo dell’efficienza fra i dipendenti;
  2. una perdita di immagine dell’azienda;
  3. un aumento degli infortuni e delle malattie da stress correlate;
  4. una significativa perdita economica;
  5. un danno erariale;
  6. un aumento dei contenziosi con i dipendenti;