Idc: il Cio motore del cambiamento

di Alfredo Polito

7 Maggio 2007 11:09

Se da una parte viene riconosciuta l'importanza del proprio ruolo, dall'altra gli si richiede di non essere più solo un tecnico, supportando le strategie aziendali

Sulla figura del Cio e la sua evoluzione nel cambiamento degli scenari di mercato Idc Italia ha realizzato un’indagine che verrà presentata domani all’Hotel Marriot di Milano.

Se da una parte viene riconosciuta al responsabile IT l’importanza rivestita dal proprio ruolo, dall’altra gli si richiede di affrancarsi dalla funzione strettamente tecnica, contribuendo alla realizzazione delle strategie aziendali.

Dallo studio emerge che sono state soprattutto le medie imprese le prime ad attuare questo cambiamento, spinte da una pressione competitiva sempre maggiore, dal bisogno di internazionalizzazione. Così hanno voluto – e dovuto – ridisegnare completamente processi, supply chain, distribuzione, relazioni coi fornitori e, naturalmente, i sistemi informativi. A testimoniare quest’orientamento è il dato fornito dall’indagine, secondo cui le medie imprese (35%) sono meno concentrate sulla riduzione dei costi rispetto alle grandi (più del 60%), dedicandosi particolarmente all’implementazione di servizi e processi.

L’innovazione di prodotti e servizi e il miglioramento dell’efficienza dei processi sono gli obiettivi prioritari, anche se avvengono in una permante politica di contenimento dei costi, a prescindere dalle congiunture negative.

In questo contesto, la capacità del Cio si misura sull’abilità di utilizzare al meglio le risorse IT interne, e per far questo è necessario un passaggio da costi fissi a costi variabili. Deve essere capace di comunicare e collaborare con l’area business nel migliore dei modi . «Manca ancora una visione globale su tutti i sistemi informatici, di telecomunicazione e di office automation, ma qualcosa si sta facendo in questa direzione, soprattutto nel segmento medium-large», dice Guido Pagnini, Research Director di Idc Italia.

La tendenza, secondo l’indagine, è che gli approcci strategici guardino oltre il semplice contenimento di costi. Le esigenze di integrazione di dati e sistemi, di creazione di infrastrutture capaci di configurare sistemi scalabili nel tempo diventano sempre più grandi. Gli investimenti sono per «consolidation e virtualizzazione, sicurezza, gestione dei documenti, Erp e back-office, business intelligence. In futuro, Soa, gestione delle informazioni, applicazioni per il front-end».

Il Cio, quindi, contribuirà al successo dell’azienda solo «cogliendo le opportunità offerte da un profilo professionale sempre più multilaterale per comunicare in modo efficace e avere un ruolo guida tra i soggetti che in azienda genera iniziative. E poi, consolidando la governance It, equilibrando il rapporto tra risorse interne ed esterne (outsourcing), dotandosi di partner credibili in fatto di performance e di conoscenza approfondita delle problematiche di business». Parola di Idc.