Sbagliando si impara: il valore dell’insuccesso

di Rosanna Marchegiani

9 Novembre 2009 10:00

"Sbagliando si impara" dice un noto proverbio. Ed effettivamente l'errore può essere trasformato in un momento costruttivo di valutazione, di apprendimento e di crescita purché non venga affrontato con pessimismo o, ancora peggio, con senso di colpa

Un noto proverbio afferma: «Sbagliando si impara». Potrebbe sembrare una frase consolatoria, come dire: «Non giriamo il coltello nella piaga. Non facciamo sentire, la persona che ha sbagliato, più in colpa di quello che è necessario». Ma in realtà è proprio così: l’insuccesso può essere un utile momento di crescita e di apprendimento.

Spesso immaginiamo che trovandoci di fronte ad un obiettivo da raggiungere nella sfera personale o professionale, possiamo imboccare due strade diverse: una costellata solamente di successi e soddisfazioni e l’altra disseminata esclusivamente di fallimenti e di errori.

Ma nella realtà non è mai così e per giungere al successo occorre superare una serie di ostacoli e di difficoltà. E solo affrontando e superando tali difficoltà che si può raggiungere la meta prefissata.  Come sostiene Vince Thomas Lombardi, allenatore di football americano, «il maggior successo non consiste nel non cadere mai, ma nel rialzarsi dopo ogni caduta».

Evitare gli errori dunque è piuttosto improbabile, ma essi possono essere trasformati in momenti costruttivi che aiutano a crescere e permettono di fare un passo in più verso la meta prefissata. Affinché ciò sia possibile bisogna evitare di porsi di fronte all’errore con un atteggiamento di autocommiserazione, con senso di colpa e pessimismo o cercando un capro espiatorio.

L’errore, la possibilità di sbagliare spesso spaventano al punto da poter addirittura frenare ogni decisione o azione: meglio non fare nulla che fare qualcosa di errato.  “Sbagliare è umano” dice un altro proverbio: dunque, non bisogna avere paura dei possibili errori.

Anzi è proprio l’insuccesso, spesso, a determinare un cambiamento e il desiderio di percorrere nuove strade. Occorre imparare dai propri errori in modo da poter fare di essi dei nuovi punti di forza.

Ma perché un insuccesso non va considerato come un evento negativo? Prima di tutto, come si è detto, ogni errore può essere un momento di apprendimento. Un bambino piccolo impara a camminare cadendo tante volte e ogni volta rialzandosi. Dall’esperienza, anche negativa, si impara e si acquisisce la capacità, in situazioni analoghe, di non ripetere l’errore.

L’insuccesso accresce la maturità, può rendere più forti di quanto accade quando tutto procede per il verso giusto, aumenta la capacità di togliersi da situazioni difficili. Quando sbagliamo ci fermiamo a chiederci se stiamo seguendo la strada giusta, in cosa abbiamo sbagliato, come possiamo evitare di ricommettere gli stessi errori, cosa dobbiamo cambiare.

È perché no, l’insuccesso può darci la forza di lasciare la vecchia strada per percorrerne di nuove e può rivelarsi, così, una notevole fonte di nuove opportunità.