Decreto Legge Sviluppo: UE, urgenti le misure per la crescita

di Alessandro Vinciarelli

Pubblicato 21 Ottobre 2011
Aggiornato 10 Novembre 2011 10:52

Richiamo UE all'Italia dopo il rinvio del DL Sviluppo: urgente un piano per rilanciare la crescita economica ed un calendario di obiettivi; intanto Fitch ritiene l'Italia solvibile ma potenzialmente illiquida.

Il Governo italiano aveva assicurato che il Decreto Sviluppo sarebbe arrivato entro il 20 ottobre 2011, ma Silvio Berlusconi ne ha annunciato il rinvio destando le preoccupazioni della Commissione UE, la quale ha chiesto all’Italia di «finalizzare con la massima urgenza forti misure per la crescita» economica.

A richiamare il governo, prendendo atto dello slittamento del Decreto Sviluppo, è il portavoce del commissario Ue agli Affari economici Olli Rehn, che ha sottolineato come proprio la mancanza di crescita sia stato negli ultimi anni il “tallone di Achille” italiano.

È indispensabile che il Governo italiano prosegua il percorso iniziato con il pacchetto di misure contenute nella manovra finanziaria di agosto, con la quale l’Italia si è posta degli obiettivi di crescita e risanamento ambiziosi che ora devono essere finalizzati «con la massima priorità».

L’UE tiene a sottolineare che non si tratta di fare “pressioni” ma di “incoraggia con forza” il nostro Governo a definire «misure robuste e una tabella di marcia corretta per ristabilire la credibilità del Paese sui mercati», fondamentalmente «serve un pacchetto complessivo di misure per rafforzare le debolezze strutturali dell’economia italiana che hanno radici profonde».

Per Rehn sarebbe importante che l’Italia presentasse entro domenica 23 ottobre almeno un calendario e degli obiettivi e dei progetti di di risanamento di bilancio, che «non è chiaro come sarà raggiunto» entro il 2013, così da facilitare i negoziati fra gli Stati Membri.

Da Fitch invece non arrivano moniti, ma rassicurazioni per voce del managing director dell’agenzia, David Riley: «Crediamo fermamente che Italia e Spagna siano Paesi solvibili», anche se il rating dei due Paesi non può essere rivisto perché restano «potenzialmente illiquidi», ci sarebbe bisogno di un fondo di protezione a garanzia dei Titoli di Stato.