Studi di settore, al via i correttivi per contribuenti aziendali

di Noemi Ricci

6 Aprile 2009 12:30

Al via i Correttivi agli Studi di Settore per 2.150.000 contribuenti che beneficeranno di studi basati su dati e stime attuali e non più anacronostici per la dichiarazione dei redditi

Via libera ai correttivi sugli Studi di Settore, tanto attesi dalle Pmi in difficoltà, per scongiurare il rischio di esborsi fiscali sproporzionati rispetto ai reali redditi.

La conferma della revisione, che interessa almeno 2.150.000 contribuenti, è arrivata nei giorni scorsi dalla Commissione di esperti per gli Studi di Settore – composta dall’amministrazione finanziaria, dalla Società per gli studi di settore e dalle associazioni di categoria.

Per gli scostamenti di lieve entità, l’Agenzia delle Entrate ha approvato un documento in base al quale è previsto per i professionisti un continuo monitoraggio, in particolare per quanto riguarda i dati sulla la normalità economica.

Di conseguenza, i risultati degli studi di settore per i periodi d’imposta 2008 e 2009 – particolarmente stravolti dalla crisi – dovranno essere supportati, in sede di accertamento, anche da altri dati/elementi in grado di rafforzare ulteriormente la pretesa tributaria.

La stima dell’impatto della crisi si è basata sulle dichiarazioni IVA semplificate di fine febbraio 2009, con diversi settori il calo attività e conseguente aumento (+7,9%) dei soggetti in declino.

Una nuova stima delle dichiarazioni verrà effettuata dopo il 2009, per migliorare ulteriormente l’applicativo per quelle del 2010.

Si ricorda ai contribuente che qualora non risultassero rappresentati dai risultati del programma applicativo degli studi, potranno annotare tali situazioni non stimabili da Gerico.

Una decisione che ha riscosso i consensi sia dei professionist che degli addetti ai lavori: il Fisco mostra di aver preso atto di una situazione di crisi prima ancora della scadenza prevista per le dichiarazioni, basando gli studi di settore su dati attuali e non vecchi di qualche anno.

Una scelta giusta anche per Confcommercio e Confartigianato, per quanto sia ora necessario attendere che il documento diventi operativo per vedere in concreto cosa accadrà, prima di espimere giudizi troppo favorevoli.