PMI fiere… oltre i confini

di Paolo Iasevoli

30 Gennaio 2007 17:50

Numerose ricerce indicano gli eventi fieristici come attività fondamentali nelle strategie di marketing delle imprese, ma bisogna puntare ai nuovi Paesi emergenti

Quanto conta il contatto face-to-face con i propri clienti nell’era digitale? Evidentemente ancora molto.

Nonostante il dilagare dell’e-commerce e della comunicazione tramite internet, gli eventi fieristici continuano a rappresentare un importante strumento di marketing nelle strategie delle imprese. Secondo i dati Censis, infatti, il 75,3% delle medie imprese industriali considera l’esposizione dei propri prodotti in una fiera un elemento fondamentale per farsi conoscere sul mercato e anche la maggior parte delle imprese manifatturiere, secondo Eurisko, continua a scegliere questi eventi come attività promozionale preferita. Inoltre ogni impresa ricava mediamente 50 contatti utili da ogni fiera, e riesce a sviluppare relazioni commerciali con oltre il 30% dei clienti contattati, per un giro d’affari complessivo che ogni anno supera i 60 miliardi di euro.

A fronte di una lunga tradizione fieristica, le PMI italiane stanno però dimostrando una scarsa propensione a seguire i trend dell’economia globale, continuando ad essere poco presenti nelle manifestazioni organizzate in Paesi emergenti come Cina, India e Brasile. Nonostante alcune mirabili iniziative volte all’internazionalizzazione, come quelle della Regione Sardegna o della Camera di Commercio di Bergamo, gli enti fieristici italiani hanno volto la loro attenzione all’estero in maniera piuttosto esigua. Nel 2006 sono state organizzate solo una ventina di fiere oltre i confini nazionali, un dato preoccupante se confrontato con le 200 fiere estere organizzate dalla Germania.

Eppure questi eventi rappresentano un fenomenale veicolo di promozione in mercati che si stanno dimostrando ricchi di opportunità. Avere una mentalità globale e aperta permetterebbe di far fruttare la made-in image, vantaggio competitivo notevole di cui godono gran parte delle PMI italiane. Il marchio ‘made in Italy’ è infatti uno dei principali fattori su cui le imprese possano contare per competere in mercati internazionali, come è dimostrato anche dai dati diffusi da AEFI: il 10% delle esportazioni deriva dalla presenza alle fiere.