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SISTRI: i test saltano per protesta

di Noemi Ricci

26 Ottobre 2011 10:20

Fermi i test SISTRI a carico delle aziende previsti dal Ministero: la protesta di operatori e aziende di trasporto si traduce nel rifuto di avviare le verifiche tecniche finchè non saranno accolte le proposte di semplificazione.

SISTRI: saltano i test previsti dal Ministero dell’Ambiente. La sperimentazione su specifici aspetti in programma dal 24 ottobre al 10 novembre ma, come preannunciato dalle aziende di trasporto, le imprese hanno boicottato i test, che avrebbero visto coinvolte – in questa prima fase – le aziende con oltre 50 dipendenti.

Il motivo? Il rifiuto del Ministero di apportare al SISTRI le modifiche proposte delle imprese di trasporto rifiuti Asstri, aderente a Conftrasporto, volte a semplificare le procedure.

Se il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, non accoglierà le proposte delle imprese della filiera è molto probabile che salteranno anche i test SISTRI previsti entro la metà di dicembre per le aziende da 11 a 50 dipendenti.

Sembra quindi improbabile il termine della sperimentazione entro febbraio e l’entrata in vigore del Sistema per la tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi entro il 2012. O almeno l’obiettivo rimarrà lontano finché il Ministero non ascolterà la voce delle imprese della filiera chiamate a confrontarsi quotidianamente con la nuova piattaforma.

Il rischio, sottolineano Legacoop, Confcooperative e Agci, è che il Sistri arrivi a causare una paralisi della filiera del trasporto rifiuti. Ancora una volta viene sottolineato che le imprese non sono contro un sistema di tracciabilità dei rifiuti, ma il Sistri allo stato attuale presenta ancora delle problematiche troppo importanti perché possa entrare in vigore dal 9 febbraio 2012, come vorrebbe il Ministero.

Oltre alle richieste di semplificazione del sistema, le associazioni di categoria chiedono anche il rimborso delle quote SISTRI già versate mel 2011 dagli autotrasportatori per gli adempimenti conseguenti il sistema. Si tratta di «cifre consistenti, che in anni di difficoltà come quelli che stiamo vivendo incidono pesantemente sui bilanci e rischiano di avere effetti negativi indiretti sul piano occupazionale».