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Condono edilizio nel Ddl Semplificazioni

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 22 Ottobre 2012
Aggiornato 3 Giugno 2014 17:34

Il Ddl Semplificazioni potrebbe nasconde un condono edilizio dietro alle nuove norme che semplificano i permessi di costruzione anche in presenza di vincoli ambientali grazie al silenzio assenso: la risposta del ministro Clini.

Il Ddl Semplificazioni non conterrebbe alcun condono edilizio (leggi tutto) secondo il ministro dell’Ambiente Corrado Clini in risposta alle recenti polemiche che accusavano il Governo di  voler nascondere nel decreto norme a favore dell’abusivismo in Italia.

Ddl Semplificazioni => permessi più facili

Ad essere contestata è la norma che prevede regole più semplici negli appalti e per i permessi di costruzione in presenza di vincolo ambientale sostituendo il silenzio rifiuto con il silenzio assenso modificando i commi 8, 9 e 10 dell’articolo 20 del Dpr 6 giugno 2001, n. 380 (testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia).

Condono edilizio => Le misure del Governo

Di fatto, con l’approvazione del Ddl Semplificazioni, le imprese edili potranno costruire – anche in presenza di vincoli ambientali, paesaggistici o culturali – se la PA non comunicherà entro 45 giorni l’esito negativo della richiesta di approvazione del progetto di costruzione, mentre finora il meccanismo era inverso. Modifica che è stata letta come una sorta di condono edilizio mascherato nel Ddl Semplificazioni.

«Quella norma determina molte gravi conseguenze, ma in primo luogo funziona come una sorta di “tana libera tutti” per tutte le domande di permesso di costruire per opere edilizie abusive. In 45 giorni non sarà mai possibile ottenere i necessari pareri dalle autorità preposte considerando la grande quantità di domande presentate e le tre leggi di condono vigenti (1985, 1994 e 2003) presso i Comuni italiani, in particolare a Roma e nel centro-sud.

Stupisce che il Governo affronti ancora una volta in modo davvero schizofrenico il tema del governo del territorio e del consumo del suolo. Da un lato presenta un decreto di tutela delle aree agricole col ministro Catania e subito dopo lo straccia con questa norma che ancora una volta incoraggia i furbi che vogliono edificare in aree tutelate realizzando grandi profitti», è l’accusa lanciata da Morassut.

Per Clini invece «in quella norma non c’è nessun condono edilizio, nessuno sconto, nessun attacco all’ambiente, nessuna porta aperta alla speculazione sui territori protetti e di pregio. Il Governo ha confermato un principio del diritto e ha risolto una distorsione».

Alle accuse palesate soprattutto dal Pd, per voce del deputato Roberto Morassut, il Governo ha risposto – per voce di Clini – sostenendo la propria sensibilità al problema del crescente consumo di suolo in Italia, su cui è appena stata varata una norma ad hoc:

Consumo di suolo => la nuova normativa

La norma, continua il ministro, ha lo scopo di stimolare la PA a dare delle risposte ad imprese e contribuenti: «un cittadino che fa una domanda a un’Amministrazione Pubblica ha il diritto di avere una risposta, positiva o negativa che sia. Se si chiede un intervento vietato dalle norme vigenti quella domanda non va ignorata o messa in un cassetto, ma va rifiutata esplicitamente ed in tempi ragionevolmente brevi».

«Il silenzio-rifiuto al contrario de-responsabilizza l’Amministrazione Pubblica e consente di non rispondere alle domande dei cittadini. E l’inerzia delle Amministrazioni è stata troppo spesso un alibi per l’abusivismo», ha concluso Clini.