Cessione crediti nel Decreto Banche

di Francesca Vinciarelli

15 Giugno 2016 09:30

Emendamento al Decreto Banche consente alle società di factoring l'acquisto di crediti vantati da terzi nei confronti di società del proprio gruppo.

In fase di conversione in legge del Decreto Banche (DL 3 Maggio 2016 n. 59, recante “disposizioni urgenti in materia di procedure esecutive e concorsuali, nonché a favore degli investitori in banche in liquidazione”), la Commissione Finanze del Senato ha approvato l’emendamento 12.0.9 presentato dalla senatrice Ricchiuti (PD) che integra l’ambito di applicazione delle norme in materia di cessione dei crediti d’impresa. In particolare, l’emendamento è finalizzato a consentire alle società di factoring l’acquisto di crediti vantati da terzi nei confronti di società del proprio gruppo.

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Viene così ampliato l’ambito riconosciuto della cosiddetta attività captive includendo anche l’acquisto dei crediti vantati da terzi nei confronti di società del gruppo di appartenenza (debitore ceduto).

Si tratta di un emendamento importante, spiega il Segretario Generale di Assifact, Alessandro Carretta, Ordinario di Economia degli intermediari finanziari all’Università Tor Vergata di Roma:

«Perché va a sanare una situazione pregressa di intervento parziale e non risolutivo di modifica della L.52/91, consentendo alle società di factoring che operano nell’ambito esclusivo del proprio gruppo di appartenenza di proseguire, con continuità operativa e regolamentare, la propria attività e non fare venire meno il proprio sostegno finanziario alle imprese fornitrici del gruppo. È apprezzabile la sensibilità dimostrata dal Parlamento per il settore del factoring che, come hanno evidenziato i dati di chiusura del 2015, ha mantenuto costante il proprio ruolo di sostegno delle imprese, anche negli anni più difficili della crisi finanziaria, e ha continuato a sostenere l’economia nazionale verso una reale e più consistente ripresa».

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Il testo approvato con voto di fiducia (169 voti favorevoli e 70 contrari) verrà ora trasmesso alla Camera per la seconda lettura. Secondo le previsioni, non dovrebbero essere apportate nuove modifiche, soprattutto in vista dell’imminente scadenza del decreto fissata per il 2 luglio.