Pensione Precoci senza penalità

Risposta di Barbara Weisz

19 Maggio 2017 14:57

Vincenzo D. chiede:

Ho 56 anni e 40 anni di contributi, sono lavoratore precoce e usufruisco della legge 104: ci sono i presupposti per andare in pensione con 41 anni di contributi senza penalità?

Quando avrà maturato i 41 anni di contributi nel 2018, sarà nelle condizioni di utilizzare la nuova forma di pensione anticipata per lavoratori precoci. Per conoscere tutti i dettagli bisogna attendere il decreto attuativo: lo schema del Ministero è stato infatti corretto dopo i rilievo formulati dal Consiglio di Stato, il testo definitivo è atteso a giorni.

Ricordo brevemente quali sono, in base alla normativa di riferimento (comma 199 Legge di Stabilità), i requisiti per la quota 41. Il lavoratore deve avere almeno 12 mesi di contribuzione versata entro il compimento dei 19 anni (lei ha iniziato a lavorare a 15 anni, quindi direi che ha il requisito) e deve trovarsi in una delle seguenti condizioni: disoccupati senza sussidio da almeno tre mesi, caregiver che si occupano da almeno sei mesi del coniuge o di un parente di primo grado convivente (è il suo caso), riduzione della capacità lavorativa pari almeno al 74%, addetto a mansioni usuranti.

=> Pensione caregivers: quali requisiti?

Quanto all’importo della pensione, non c’è nessuna penalità rispetto alla pensione anticipata, quindi l’assegno da lei maturato è lo stesso di un suo lavoratore non precoce che matura i 42 anni e dieci mesi di contributi. Tenga presente che la pensione anticipata per i precoci è strutturale (non sperimentale fino alla fine del 2018, come l’anticipo pensionistico APe), quindi si potrà fare domanda in qualsiasi momento una volta raggiunti i requisiti.

Un aspetto da valutare è infatti il requisito contributivo, che è soggetto ai futuri adeguamenti alla speranza di vita. Sarà quindi incrementato nel 2019, quando è previsto il prossimo scatto. La natura strutturale (permanente) dell nuova pensione con la quota 41 rende però possibile accedervi senza il rischio che si “perda il treno”.

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Risposta di Barbara Weisz