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Emendamenti al Ddl Stabilità: meno tasse su reddito e immobili

di Barbara Weisz

12 Novembre 2013 11:59

Proposte per alzare la soglia di esenzione fiscale, nuova tassa TUC sugli immobili o detrazioni alla TASI, interventi su cuneo fiscale e salario di produttività: 3mila emendamenti alla Disegno di Legge Stabilità.

No tax area fino a 12mila euro (oggi 8mila), nuovo cambiamento sulla Service Tax (con la Trise sostituita da una più leggera TUC), taglio del cuneo fiscale fino a 30mila euro, aliquota più alta sulle rendite finanziarie: questa volta il termine “pioggia di emendamenti” non è certo esagerato in relazione al Disegno di Legge Stabilità, visto che ne sono stati presentati oltre 3mila in commissione Bilancio al Senato.

Nel corso della settimana verranno prima discussi e poi votati: il calendario prevede che la commissione termini i lavori entro venerdì 15 novembre e da lunedì 18 inizi la discussione nell’aula di Palazzo Madama. Vediamo gli emendamenti principali, che devono ancora essere discussi (il Ddl è in Senato in prima lettura, poi passerà alla Camera).

Tasse sulla casa

E’ uno dei capitoli più caldi: se tutti sono d’accordo nel voler cambiare l’impianto della Trise (tassa sui rifiuti TARI + tariffa sui servizi comunali indivisibili TASI, che incamera anche l’IMU prima casa), sulla direzione da intraprendere le posizioni sono distanti.

  • PDL: Un emendamento del relatore Antonio D’Alì propone di sotituire la Trise con una nuova tassa chiamata TUC (tributo unico comunale), sempre composta dalle due componenti rifiuti e servizi (con IMU annessa), ma con prelievo totale più leggero (massimo  10,6 per mille: 8,1 per mille di tassa sugli immobili +  1,5 per mille a carico di chi vive nell’immobile e 1 per mille per i proprietari (meno rispetto all’11,6 per mille di TASI + IMU). Ne sarebero esenti prime case (come nella TASI) ma anche terreni agricoli e fabbricati rurali. E’ prevista anche una revisione delle rendite catastali, con una riduzione di dieci punti nel 2014 e altri dieci nel 2015. Infine, la parte relativa ai rifiuti non potrebbe superare la tassa pagata nel 2013 e verrebbe poi ridotta del 10% nel 2015 e di un altro 10% nel 2016.
  • PD: un emendamento firmato da 13 senatori propone  di aumentare dello 0,5 per mille l‘aliquota TASI portandola dall’1 all’1,5 per mille, introducendo però una detrazione prime case di 145 euro (esclusi immobili di prestigio A1, A8 e A9).

Irpef e cuneo fiscale

L’accordo fra PD e PDL è maggiore, con due emendamenti che propongono entrambi di alzare la soglia di esenzione Irpef a 12mila euro dagli attuali 8mila: le coperture arriverebbero da misure di Spending Review. Peccato che ci siano poche speranze: critico il viceministro dell’economia Stefano Fassina (PD), secondo cui la misura sarebbe troppo onerosa e comunque poco efficace perché ne beneficerebbero anche i redditi più alti (per la parte fino a 12mila euro), e dello stesso avviso anche il sottosegretario al Tesoro Pier Paolo Baretta: «potremmo intervenire per allineare la no tax area dei pensionati a quella dei lavoratori dipendenti – ha dichiarato Baretta – ma un innalzamento così ampio del tetto di esenzione mi pare non praticabile perché costerebbe troppo».

In relazione al cuneo fiscale ci sono anche altre proposte: riduzione della platea dei beneficiari intorno ai 30mila euro (l’attuale formulazione del Ddl prevde una detrazione sul lavoro dipendente che esurisce i suoi effetti a quota 55mila euro), in modo tale da rendere più cospicuo l’aumento in busta paga, che per chi guadagna fra 15 e 20mila euro arriverebbe oltre i 200 euro netti all’anno.

Infine, c’è un emendamento del presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, che punta a sostituire l’intero taglio al cuneo fiscale con una tassazione agevolata sul salario di produttività al 10%. Questa imposta si applicherebbe ai redditi fino a 40mila euro su una retribuzione lorda non superiore ai 6mila euro.

Altre proposte

  • Tetto contanti: emendamenti PDL chiedono di alzare la soglia a 5mila euro (contrario il ministro  Saccomanni).
  • Rendite finanziarie: un emendamento PD chiede di aumentare al 22% la tassa su queste rendite.
  • Opa: un emendamento chiede di rendere più stringente l’obbligo di lanciare un’offerta pubblica di acquisto sull’intero capitale da parte di chi acquisisce di fatto il controllo di una società, anche se resta sotto il 30% (che è l’attuale tetto sopra il quale scatta l’opa). La nuova soglia minima per l’obbligo di opa sarebbe portata al 15%.
  • Cartelle Equitalia: s registra una proposta di condono sulle cartelle esattoriali per chi paga subito l’80%.