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Decreto IMU: acconti sulle imposte a rischio aumento

di Barbara Weisz

24 Settembre 2013 17:31

La sanatoria sui giochi telematici non sta funzionando: copertura insufficiente a garantire l'abolizione IMU prima casa, conseguente l'aumento degli acconti 2013 sulle tasse.

Certo non si può dire che la strada verso l’abolizione IMU prima casa per il 2013 sia priva di ostacoli: ad aprire un nuovo fronte di incertezza è la Corte dei Conti, che esprime dubbi sul capitolo, delicatissimo, delle coperture. Il problema è la sanatoria per i concessionari di giochi telematici (videopoker, slor machine e via dicendo), dalla quale dovrebbero arrivare circa 600 milioni, ma che al momento sta producendo un gettito largamento inferiore a quanto necessario per finanziare la misura.

Aumento acconti

Il rischio serio è che si applichi la clausola di salvaguardia (Dl 102/2013, articolo 15, comma 4): se infatti non si raggiunge la copertura prevista, allora scatta l’aumento degli acconti IRPEF, IVA e IRES  e delle accise di cui alla Direttiva 2008/118/CE (carburanti, alcolici e sigarette),  in misura idonea ad arrivare al finanziamento del 100% delle spese necessarie per abolire la prima rata IMU. La Corte teme che, visti i numeri, questo rischio sia molto concreto, rendendo più che «opportuno interrogarsi sull’idoneità della norma volta ad assicurare il maggior gettito atteso (600 milioni di euro), che concorre in maniera determinante ad assicurare la copertura dell’intero decreto legge».

Sanatoria insufficiente

Lo ha spiegato il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, nel corso dell’audizione alle commissioni Finanze e Bilancio della Camera sul Dl 102/2013, con cui è stata abolita la prima rata IMU sulla prima casa e sul quale sono in corso i lavori per la conversione in legge. Per la sanatoria sui giochi telematici, finora sono state presentate solo 33 istanze di adesione. Significa che gli introiti potenzialmente incamerabili (nella percentuale minima del 25% dei danni quantificati nelle sentenze di primo grado) ammontano a circa 270mila euro, di cui solo 75mila euro destinabili al bilancio dello Stato. Ben al di sotto dei 600 milioni previsti dall’articolo 14 del decreto. E’ vero che i dati sono parziali (per aderire alla sanatoria c’è tempo fino al 15 ottobre), ma -spiega la Corte – fra coloro che hanno aderito non c’è ancora nessuno dei concessionari condannati con sentenza n. 214/2012, dalla quale ci si aspetta il maggior gettito previsto dalla norma: la condanna era per un totale di 2,5 miliardi di euro, e la cifra di 600 milioni è stata quantificata calcolando proprio il 25% di tale somma.

Decreto IMU nella bufera

Inevitabile che tutto questo contribuisca a gettare benzina sul fuoco del dibattito IMU già scoppiettante. Il Movimento 5 Stelle chiede al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di non firmare la legge di conversione del decreto. Sul tema si registrano posizioni divergenti fra le forze di maggioranza, con il Pdl schieratissimo a difesa dello stop IMU e il Pd che invece apre alla possibilità di rimodulare l’esenzione. (Fonte: Audizione della Corte dei Conti alla comissione Finanze e Bilancio delle Camera)