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Decreto Sviluppo bis, misure per le PMI

di Barbara Weisz

Pubblicato 23 Ottobre 2012
Aggiornato 24 Ottobre 2012 09:09

Ci sono una serie di novità tecniche per le PMI in materia di Confidi, reti d'impresa, cambiali finanziarie nel decreto Sviluppo bis. E arriva il Desk Italia per attirare gli imprenditori esteri.

Un rafforzamento dei Confidi per sbloccare risorse in più per le imprese, il perfezionamento della riforma dei contratti di rete avviata con il decreto Sviluppo di inizio estate, ulteriori novità anche in materia di cambiali finanziarie per le PMI: sono diverse le norme del decreto Sviluppo bis di particolare interesse per le piccole e medie imprese.

Scarica il testo del Ddl Sviluppo bis

Oltre ai due “grandi capitoli” relativi a start up innovative (<=Leggi requisiti e applicazioni) e agenda digitale (<= leggi la bozza del Decreto Digitalia), ci sono ulteriori misure per la crescita del Paese: infrastrutture, trasporti, Desk Italia per gli investimenti dall’estero. Vediamo quelle di maggior interesse per le PMI.

 => Leggi il Decreto Sviluppo bis in pillole

Confidi

C’è una misura che elimina una serie di vincoli sui fondi pubblici destinati ai Confidi (Confidi per PMI=> Leggi) per agevolare l’accesso al credito delle PMI, contenuta nei primi due commi dell’articolo 36.

Vengono sbloccate risorse che in realtà i Confidi hanno già a disposizione, ma che faticano a utilizzare per una serie di vincoli di destinazione: qusti ultimi vengono sostanzialmente eliminati.

Nel dettaglio, la norma stabilisce che i Confidi possano «imputare al fondo consortile, al capitale sociale o ad apposita riserva i fondi rischi e gli altri fondi o riserve patrimoniali costituiti da contributi dello Stato, delle regioni e di altri enti pubblici esistenti» alla data di entrata in vigore del decreto-legge (il 20 ottobre 2012). Queste risorse sono attribuite al unitariamente al patrimonio, anche a fini di vigilanza, «senza vincoli  di  destinazione».

La norma vale per:

  • i Confidi sottoposti entro il 31 dicembre 2013 alla vigilanza diretta della Banca d’Italia.
  • I Confidi che operano a seguito di operazioni di fusione realizzate a partire dal primo gennaio 2007.
  • I Confidi che realizzino, entro il 31 dicembre 2013, operazioni di fusione.

Sostanzialmente, la norma sblocca una serie di fondi pubblici che i Confidi ricevono ma che sono legati a vincoli di destinazione (territoriali, ma non solo), per cui non riescono ad utilizzarli.

Il rafforzamento del ruolo dei Confidi va nel senso di agevolare l’accesso al credito delle PMI in un momento in cui, causa crisi, le imprese fanno fatica a finanziarsi.

Cambiali finanziarie

Ci sono una serie di precisazioni tecniche relative alla nuova disciplina sulle cambiali finanziarie delle PMI introdotta con il primo decreto Sviluppo di inizio estate.

Cambiali finanziarie => le nuove norme per PMI

Riguardano in particolare il trattamento fiscale delle cambiali finanziarie. Il comma 3 dell’articolo 26 modifica il comma 8 dell’articolo 32 del primo decreto Sviluppo 2012 (decreto legge del 22 giugno 2012, n.83, convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 134) precisando i limiti della deducibilità degli interessi: le nuove regole sulla deducibilità si applicano a titoli e cambiali sottoscritti da investitori qualificati che non detengano, anche attraverso società fiduciarie o per interposta persona, più del 2% del capitale o del patrimonio della società emittente, tenendo conto anche delle partecipazioni detenuite dai familiari.

La precedente formulazione prevedeva la deducibilità per gli investitori non  soci, ora viene introdotta una più puntuale precisazione, fissando un limite del 2% di capitale detenuto.

Viene estesa anche alle cambiali finanziarie quotate l’esenzione dalla ritenuta del 20% sugli interessi sulle obbligazioni quotate.

Contratti di rete

Anche questo è sostanzialmente un chiarimento rispetto alle novità sui contratti di rete previste dal precedente decreto Sviluppo (Contratti di rete: la nuova disciplina => Leggi).Il principio della soggettività giuridica del contratto di rete è facoltativo, non obbligatorio. La precisazione elimina incertezze interpretative sulla semplificazione prevista dal primo decreto Sviluppo, che consente alla rete di imprese di iscriversi al registro delle imprese in cui ha sede la rete (prima bisognava iscriversi al registro in cui aveva sede ogni impresa coinvolta). Questa norma comporta la soggettività giuridica.

Il comma 4 dell’articolo 26 del Decreto Sviluppo bis spiega invece che «il contratto di rete che prevede l’organo comune e il fondo patrimoniale non è dotato di personalità giuridica. L’acquisizione della personalità giuridica è rimessa alla volontà dei partecipanti alla rete».

Vengono poi precisati i poteri di rappresentanza dell’organo comune, che «agisce in rappresentanza della rete, quando essa acquista soggettività giuridica» mentre in mancanza di soggettività giuridica rappresenta gli imprenditori, anche  individuali, partecipanti al contratto salvo che sia diversamente disposto nello stesso».

Una precisazione tecnica, insomma, che vuole chiarire gli effetti delle misure del precedente Decreto Sviluppo eliminando quella che rischiava di essere una rigidità. La rappresentanza può essere esercitata:

  • nelle procedure di programmazione negoziata con le pubbliche amministrazioni,
  • negli interventi di garanzia per l’accesso al credito,
  • nelle procedure inerenti allo sviluppo del sistema imprenditoriale nei processi di internazionalizzazione e di innovazione previsti dall’ordinamento,
  • nell’utilizzo di strumenti di promozione e tutela dei prodotti e marchi di qualità o di cui sia adeguatamente garantita la genuinità della provenienza (Quanto costa la contraffazione in Italia? => Scoprilo).

Desk Italia

L’articolo 35 del decresto istituisce il “Desk ItaliaSportello unico attrazione investimenti esteri“, che diventa il principale strumento pubblico di coordinamento per gli imprenditori esteri che vogliono investire in Italia. Un unico punto di accesso per le pratiche amministrative, che coordina tutte le PA e gli enti locali coinvolti nell’investimento produttivo, lavora in stretta collaborazione con l’ICE (istituto commercio estero) e l’agenzia Invitalia, e ha il compito di formuare annualmente proposte di semplificazione per attirare gli investimenti imprenditoriali dall’estero.

Le Regioni entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto legge provvedono a individuare l’ufficio interno per funzioni di raccordo con il Desk Italia. Quest’ultimo verrà istituito con apposito decreto attuativo ministeriale.