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ISEE e Anagrafe tributaria: comunicazione obbligatoria giacenza media

di Barbara Weisz

Pubblicato 29 Maggio 2015
Aggiornato 22 Giugno 2015 09:02

Banche e intermediari finanziari devono comunicare all'anagrafe tributaria i dati sulla giacenza media dei conti correnti: perché il nuovo obbligo è utile ai fini ISEE.

Banche e operatori finanziari devono aggiungere alle comunicazioni obbligatorie che ogni anno trasmettono al Fisco i dati sulla giacenza media dei conti correnti, una novità che riveste una particolare importanza ai fini ISEE: chi per accedere alle prestazioni di welfare chiede l’ISEE, indicatore della situazione economica equivalente, presentando l’apposito modulo (la DSU, dichiarazione sostitutiva unica), in base alla riforma in vigore da inizio 2015 deve presentare, fra gli altri, anche il dato sulla giacenza media del conto corrente. Dal prossimo anno, prevedibilmente, questa non sarà più un’informazione autodichiarata dal contribuente, ma sarà direttamente l’Agenzia delle Entrate a comunicarla all’INPS (che rilascia l’ISEE), rilevando il dato dall’Anagrafe Tributaria.

=> Conti correnti e anagrafe tributaria: le regole di invio

Il nuovo obbligo di comunicazione della giacenza media all’Anagrafe Tributaria è contenuto nel provvedimento dell’Agenzia delle Entrate 73782/2015, che integra i precedenti documenti di prassi relativi alle comunicazioni obbligatorie degli operatori finanziarie all’Anagrafe Tributaria. In pratica, per le comunicazione relative all’anno 2014, sarà necessario inserire anche il dato relativo alla giacenza media del conto corrente, che prima non era previsto.

=> ISEE 2015: nuovo calcolo giacenza media sul conto corrente

La giacenza media è l’importo medio delle somme a credito nel corso dell’anno sul conto corrente. La riforma ISEE prevede come detto l’indicazione di questo dato fra le varie informazioni relative alla situazione patrimoniale necessarie per ottenere l’indicatore della situazione economica equivalente, che come detto serve per accedere a prestazioni di welfare. Per il momento, è il contribuente a dover inserire il dato nella DSU: è possibile richiedere direttamente allo sportello bancario (o di Poste Italiane) l’ammontare della giacenza media. Ricordiamo anche il metodo per calcolarselo autonomamente: si sommano i numeri creditori dell’intero anno presenti in estratto conto, e si divide il risultato per 365.

=> Nuovo ISEE: le FAQ dell’INPS

L’inserimento, fra le informazioni da dichiarare ai fini ISEE, del dato della giacenza media è una delle misure anti-furbetti inserite nella riforma: prima bastava inserire il dato relativo all’ammontare delle somme in conto corrente di fine anno, ma era diffusa la pratica di svuotare il conto corrente a fine dicembre e poi riempirlo nuovamente nei primi giorni dell’anno successivo.

=> Nuovo ISEE: la dichiarazione sostitutiva unica

In generale, la riforma ISEE ha semplificato la vita al contribuente, togliendo spazio alle informazioni autodichiarate: in pratica, una serie di dati, come ad esempio il reddito, che prima bisognava dichiarare nella DSU, adesso vengono direttamente rilevate dall’amministrazione. Dal 2016, si proseguirà ulteriormente su questa strada, inserendo anche alcuni dati relativi alla situazione finanziaria fra quelli che non vanno più autodichiarati, perché saranno direttamente comunicati dall’Agenzia delle Entrate all’INPS. L’obbligo per gli operatori finanziari di comunicare all’Anagrafe Tributaria la giacenza media sembra andare in questa direzione. (Fonte: il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate)