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Avvio impresa negli USA: guida pratica

di Anna Fabi

22 Gennaio 2018 09:10

Aprire una società o un filiale italiana in USA dopo la riforma fiscale del governo Trump: la scelta della forma societaria alla luce dei diversi pro e contro normativi e fiscali.

Il mercato americano è sempre stato un approdo agognato per gli imprenditori europei, grazie alla comunalità della lingua, della valuta, la rete capillare del sistema di trasporti e il relativamente basso livello di burocrazia da fronteggiare per poter aprire e gestire una società. A questi vantaggi, di recente si è aggiunta la più significativa riforma fiscale degli ultimi 30 anni, che ha abbattuto gli oneri fiscali soprattutto per le imprese.

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Come in una partita a scacchi, per un imprenditore che voglia inserirsi nel mercato con una filiale americana, le prime mosse da effettuare per l’apertura hanno ramificazioni a lungo termine dal punto di vista legale e fiscale. Alcuni dei tax break fiscali decisi dal governo USA vanno ad influenzare una delle prime scelte: il business type, ossia la forma societaria.

Forme societarie

Un imprenditore straniero ha pieno diritto in USA di creare una società, anche se questa scelta è limitata sostanzialmente a due tipi: la standard corporation (C-corp) simile all’italiana SpA e la Limited Liability Company (LLC) assimilabile alla nostra Srl. La scelta iniziale è quindi tra le prime due forme societarie. La decisione va valutata dal punto di vista legale, della gestione operativa e fiscale.

Non è permesso ad un proprietario straniero la strada della S-corp: quest’ultima è una sorta di C-corp semplificata, dove si ha la protezione della responsabilità limitata, fiscalità simile ad una LLC, incluso la possibilità di evitare la doppia tassazione tipica delle corporation standard.

Quadro legale

Per quanto riguarda l’aspetto legale e operativo, nulla è cambiato dopo la riforma, vantaggi e svantaggi di entrambe le forme societarie sono rimasti invariati. Riassumendoli:

Una LLC è la scelta ideale per piccoli business o comunque filiali che vengono create per mettere piede nel mercato USA ma senza investimenti imponenti. Richiede pochissimo tempo per essere considerata operativa, ha i vantaggi della limitazione della responsabilità (a patto di non fare azioni realmente criminali, è quasi impossibile nel diritto USA che un individuo possa fare causa ad una LLC e riuscire a rivalersi anche sul capitale del proprietario). Inoltre ha una gestione burocratica semplificata rispetto ad una corporation, senza la necessità di tenere registri di meeting annuali, una documentazione che identifichi il board of directors, e la stessa struttura del management non deve sottostare a regole formali presenti nelle C-corp, nelle quali ci sono directors che prendono le decisioni essenziali per il business, e officiers responsabili della gestione giornaliera delle operazioni.

Una Corporation richiede più cura nella creazione e mantenimento della documentazione richiesta a livello federale e del singolo stato. Anch’essa gode di protezione legale per i proprietari (corporate shield) e ha il vantaggio di avere accesso a possibilità di espansione della struttura finanziaria difficili o in alcuni casi non permesse alle LLC, quali acquisizioni, offerte pubbliche d’acquisto e vendità della società stessa. Infine, non va sottovalutato l’aspetto di “immagine”: di fronte ad investitori, banche ed istituzioni, essere una Corporation fornisce una impressione di solidità finanziaria e di prospettive future di business che la struttura LLC, nata per essere flessibile e semplice, non può dare.

Una volta valutati i pro e contro di questi aspetti, si passa a valutare quale struttura è la più indicata dal punto di vista fiscale, e in questo caso la nuova riforma fiscale va ad incidere sulla decisione.

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Quadro fiscale

La LLC è una entità pass-through. Ciò significa che il reddito della società passa direttamente ai proprietari. Questo spesso può essere problematico per piccole filiali americane di ditte italiane: i proprietari si ritrovano a fare in USA la dichiarazione dei redditi sia per la società che una per se stessi. Quest’ultima richiede fiscalisti specializzati e costosi, per evitare che il reddito italiano del proprietario non venga coinvolto nel computo del worldwide income che il fisco americano richiede di dichiarare se si viene considerati residenti USA a fini fiscali.

In sostanza, quindi, la tassazione della LLC è quella dell’individual tax rate a capo a chi la possiede: la nuova riforma però permette una deduzione del 20% dal reddito, una volta calcolato l’adjusted gross income. L’altro notevole vantaggio fiscale delle LLC, invariato dopo la riforma, è quello di non avere la famosa “doppia tassazione” delle Corporation: prima a livello dell’azienda, poi sui dividendi redistribuiti.

Le Corporation sono le grandi vincitrici della riforma. Si abbatte l’imposizione fiscale federale dal 35% al 21%, che sono definiti come permanenti nella riforma, a differenza dei tagli fiscali agli individui e LLC che termineranno a metà del prossimo decennio. Se l’ago della bilancia era la doppia tassazione (perlomeno per le società che distribuiscono dividendi agli azionisti, visto ce non c’e’ questo effetto se si reinvestono i profitti), a questo punto la C-corp diventa la scelta primaria.

Inoltre la C-corp non ha lo svantaggio di essere di essere considerata una “disregarded entity” come la LLC. Questo status può creare problemi molto grossi alla filiale italiana, nel caso in cui la LLC sia di proprietà di una entità italiana come la Srl o SpA. In questo caso la società USA viene vista come “Branch” della italiana. Questo comporta che l’intero gruppo (casa madre italiana, filiale USA) siano viste dal fisco USA come un’entità singola potenzialmente tassabile e soggetta ad audit nel suo complesso.

Come si può coniugare i vantaggi di entrambi i mondi? Un modo esiste: aprire una LLC a livello legale ma dichiararla C-Corp ai fini fiscali.

Questa è la soluzione ideale sopratutto per chi vuole entrare nel mercato con prospettive esplorative e non dover appesantire questo ingresso con passaggi burocratici e operativi tipici della Corporation, che sebbene non siano estremamente difficili nel complesso, sono comunque da fare con scrupolo per mettersi al riparo da problemi legali futuri, specie quando ci siano più di un proprietario (per fare un esempio, la LLC permette una redistribuzione dei profitti che può essere svincolata dalle quote di partecipazioni dei soci con estrema semplicità, la Corporation invece deve passare per l’emissione di azioni).

Invece per le medie imprese che hanno già stabilito piani di lungo termine sul mercato americano, ora più che mai la struttura a C-corp è quella che riserva i migliori vantaggi, a patto di costruire fondamenta solide sia dal punto di vista legale (definire bene le corporate bylaws, scegliere lo Stato per incorporare la società, mantenere i meeting minutes), sia da quello fiscale (avere una precisa politica di prezzi tra casa madre e filiale, ossia la transfer price policy, per evitare che il fisco USA consideri i profitti lasciati oltreoceano incongrui con il business della filiale).